Covid-19, il primo progetto di terapia riabilitativa respiratoria Parla il direttore Crimi: «Percorso che è più utile dei farmaci»

Un tapis roulant e una cyclette. Da qui comincia il progetto di terapia riabilitativa respiratoria all’ospedale San Marco di Catania per i pazienti affetti da Covid-19. «È un percorso complesso e differente da paziente a paziente», spiega a MeridioNews il direttore di Pneumatologia del San Marco e del Policlinico Nunzio Crimi, che è anche il coordinatore del progetto. Non solo camminata e pedalata (assicurate dalla donazione di due attrezzi effettuata da una ditta privata) ma anche esercizi respiratori diaframmatici, pesi, scala e l’ergonometro a manovella per permettere ai pazienti di tornare a respirare dopo il coronavirus

Il primo a Catania e uno dei primi in tutto il Sud Italia, il progetto ha un triplice obiettivo: «Favorire il ritorno a un normale atto respiratorio – spiega Crimi – a partire anche dai movimenti delle costole, del torace e della braccia e un riallenamento allo sforzo». Si tratta infatti di persone che, oltre ad avere insufficienze respiratorie e astenie, sono rimaste allettate per lungo tempo con conseguenze negative anche sulla forza dei muscoli, specie di quelli delle gambe. «Il terzo obiettivo – continua il direttore – è quello più legato alla sfera psicologica: appena torna a muoversi, il paziente torna ad acquistare anche fiducia in sé e nelle proprie capacità di recupero». 

Un lavoro che mira al recupero delle funzioni respiratorie, motorie e cardiocircolatorie per arrivare a una piena ripresa delle attività quotidiane. Nel progetto partito al San Marco, si inizia quanto il paziente è ancora ricoverato in ospedale, qualche volta anche mentre è ancora attaccato alle bombole dell’ossigeno. Dopo la dimissione, nella fase di convalescenza, si continua con la riabilitazione a distanza, possibile grazie alla telemedicina. «I pazienti seguiranno la terapia collegati via web su una piattaforma con l’unità operativa di Pneumologia del Policlinico – spiega Crimi – seguendo dallo schermo il fisioterapista e, in questo modo, proseguiranno le attività riabilitative da casa loro». 

Per continuare a monitorare i valori di saturazione dell’ossigeno e frequenza cardiaca, al bisogno, i pazienti che hanno avuto l’infezione e la polmonite interstiziale da Covid19, avranno un saturimetro collegato al sistema di telemonitoraggio. «La riabilitazione – commenta il direttore di Pneumatologia – fa molto più di quanto fanno i farmaci». Specie se messa in pratica come percorso multidisciplinare a cui concorrono diverse figure professionali: pneumologi, fisioterapisti, psicologi. «Speriamo di essere in grado presto di incrementare lo staff e di garantire sempre maggiore efficacia nei trattamenti», conclude Crimi. 

Marta Silvestre

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