Pochi giorni ancora in zona bianca e la Sicilia, con ogni probabilità, rientrerà nella fascia di rischio gialla. Un primato al contrario che potrebbe condividere con la Sardegna a partire dalla seconda metà di agosto. Lo spartito nelle ultime settimane non è mai cambiato e l’Isola governata da Nello Musumeci continua a essere fanalino di coda nella classifica dei vaccini da un lato, mentre dall’altro occupa i primi posti per numero di contagi. A preoccupare sono gli indicatori, stabiliti dal decreto del 23 luglio, per il passaggio in zona gialla: incidenza superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, ricoveri oltre il 15 per cento in area medica e percentuale oltre il dieci per cento nei reparti di Terapia intensiva. Secondo gli ultimi dati la Sicilia si attesta al 14 per cento per ricoveri ordinari e circa al sette per cento in Terapia intensiva. Con questo andamento, secondo le stime dell’istituto Mauro Picone del Consiglio nazionale delle ricerche, entro dieci giorni, l’Isola raggiungerà i valori per il passaggio in zona gialla entro dieci giorni.
Con il passaggio nella nuova fascia di rischio cambierà qualcosa per quanto riguarda i ristoranti. Con il limite di quattro persone per tavolo sia dentro i locali che all’aperto. Attualmente, invece, la soglia è di sei persone ma soltanto al chiuso. Cambiamenti anche per quanto riguarda l’utilizzo della mascherina di protezione che tornerà a essere obbligatoria all’aperto e al chiuso. A pesare sui contagi, stando alle parole dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza e il gran numero di turisti e fuori sede che sono rientrati in Sicilia. «In giro per il territorio – ha detto – avremo almeno due milioni di persone in più».
E se sul versante contagi non si può certo festeggiare, lo spartito rimane identico su quello dei vaccini. Nell’Isola attualmente non ha copertura dal Covid-19 il 39 per cento della popolazione. Peggio fa solo la provincia autonoma di Bolzano a quota 40 per cento mentre la prima Regione in Italia è la Lombardia con solo il 28 per cento dei cittadini che non hanno ancora ricevuto la puntura. L’ultima media, a sette giorni, di vaccini somministrati in Sicilia è di 23mila dosi circa. Continuando con questo ritmo ci vorranno ancora due mesi per raggiungere la fatidica percentuale dell’80 per cento della popolazione con la copertura dal Covid-19. L’immunità di gregge secondo il governo Draghi dovrebbe arrivare a fine settembre mentre nell’Isola bisognerà attendere, salvo cambi di rotta, il 15 ottobre prossimo.
Analizzando le fasce d’età tra gli over 80 peggio dell’Isola fa soltanto la Calabria. Al momento non hanno ricevuto il vaccino il 15,4 per cento dei cittadini che rientrano in questa categoria. Aumenta di un punto percentuale, 16,4 per cento, nella categoria 70-79 anni. Tra i più diffidenti alla somministrazione del vaccino ci sono coloro che hanno un’età compresa tra 60 e 69 anni e tra i 50 e 59 anni. Nella prima categoria quasi il 21 per cento al momento sceglie di non ricevere la puntura anti Covid-19, percentuale che sale 27,4 per cento nella seconda. Quasi un cittadino su due è senza vaccino nelle categorie 40-49 anni e 30-39 anni. Si attesta al 39,3 per cento tra coloro che hanno compiuto 20 anni e fino a 29 anni. In questa fascia d’età fanno peggio della Sicilia Basilicata, Molise e provincia autonoma di Bolzano.
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