Il chiostro dei benedettini, luogo preferito per le pause degli studenti, è rimasto vittima della nostra inciviltà. Seppure siano stati collocati la bellezza di 11 (undici) cestini per i rifiuti (quasi uno ogni due metri) lungo tutto il perimetro dei portici, gli studenti fumatori continuano a gettare le cicche di sigaretta giù nel cortile del chiostro, tanto che adesso si sono venuti a creare veri e propri mucchietti di cicche tra lerba, in prossimità delle zone più frequentate del chiostro.
Eppure basterebbe così poco per mantenerlo pulito, dato che tutti e undici i cestini sono dotati di un innovativo posacenere sopra, e di un comodo vano porta-rifiuti sotto, con tanto di pratico sportellino a molla.
Che peccato vedere tanta abbondanza di tecnologia sprecata, ed il nostro bel chiostro che continua ad essere sporco.
È stato proprio uno di questi mucchietti ad incuriosirmi particolarmente, così mi sono appostato e ho chiesto ai frequentatori del chiostro le loro impressioni sulla faccenda, ma tutti gli intervistati, mi hanno risposto con una certa superficialità, facendomi capire che non era un problema loro, che così fanno tutti e che se il chiostro è sporco, è comunque colpa di qualcun altro, magari degli inservienti sfaticati.
Inoltre ho constatato che, la maggior parte degli studenti che ho visto passeggiare per il chiostro, non potevano, chissà perché, sottrarsi dallaggiungere la loro cicca alle altre, ignorando completamente i rivoluzionari cestini, ed andando ad alimentare sempre lo stesso ipnotico mucchietto.
Strane abitudini hanno i miei colleghi ho pensato lì per lì, ma poi, in seguito, mi è venuto spontaneo chiedermi come mai tanti ragazzi, pur nella trasgressione, avessero tanto a cuore il senso della condivisione.
Ho deciso di documentarmi, ed ho trovato un utile riscontro nelle teorie cognitive di Albert Bandura (1986), riguardanti la psicologia sociale della devianza. Infatti, secondo Bandura, le persone, vivendo allinterno della propria cultura, sviluppano degli standard culturali, ai quali riferiscono le proprie scelte comportamentali; tuttavia, quando ne contrastano le regole, adottano delle strategie di auto-esonero, per mettere a tacere quei disagi che scaturiscono da unintima dissonanza morale.
Quindi, le risposte che ho avuto dai ragazzi intervistati, sarebbero per Bandura, un chiaro esempio di disimpegno morale, classificabile come diffusione della responsabilità (nella condivisione della colpa) e di dislocazione della responsabilità (nellattribuire ad altri la colpa).
La responsabilità, insomma, sarebbe di tutti ma anche di nessuno. Il nostro bel chiostro rimane sporco, ma che ci possiamo fare: così fan tutti!
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