Sequestro di beni da parte della Dia di Caltanissetta nei confronti di Giuseppe Li Pera. Il 71enne originario di Polizzi Generosa è un volto noto alle cronache siciliane. Attivo sulla scena imprenditoriale a partire da metà anni Ottanta, è accusato di avere accumulato il proprio patrimonio stando a stretto contatto con i vertici di Cosa nostra. D’altra parte Li Pera nel 2007 è stato condannato per associazione mafiosa, dopo oltre 15 anni in cui è stato anche collaboratore di giustizia.
Sull’anziano geometra posero gli occhi anche i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nell’ambito dell’inchiesta su mafia e appalti. Li Pera sarebbe stato uno dei soggetti più in vista nel cosiddetto sistema Siino, con cui Cosa nostra controllava gli appalti pubblici con la compiacenza di politici e funzionari. A quell’epoca l’uomo era dipendente della Rizzani de Eccher, società del Nord attiva nei lavori pubblici. Tuttavia Li Pera avrebbe lavorato non solo per favorire l’impresa, ma anche per allacciare rapporti con i boss, rapporti che in futuro gli avrebbero consentito una più facil ascesa imprenditoriale.
Di questo è convinta la Dia che ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Caltanissetta il via libera al sequestro. Dalle indagini condotte dalla Direzione investigativa antimafia è emerso che Li Pera, tramite un complesso reticolo societario riconducibili a familiari e perosne di fiducia, avrebbe continuato a fare affari all’ombra della mafia. Nel portfolio di investimenti del 71enne ci sono parchi eolici in provincia di Catania, Messina e Trapani, la costruzione di residence e immobili commerciali a Serradifalco, nel Nisseno, ma anche lungo il litorale tirrenico che da Trabia porta a Campofelice di Roccella.
La vicinanza di Li Pera a Cosa nostra lo ha portato ad avere rapporti con figure del calibro di Antonino e Giovanni Buscemi, Giovanni Brusca, Angelo Siino, Mario Giuseppe Scinardo, Vito Nicastri, Francesco Scirocco, Diego Rinella, Calogero Pulci. Li Pera è stato anche vicino all’imprenditore Pietro Di Vincenzo, in passato numero uno di Confindustria e destinatario di una confisca di beni dall’ingente valore.
Il provvedimento del tribunale riguarda beni per oltre dieci milioni di euro ed è costituito dal compendio aziendale delle società Sigi srl (soltanto omonima di quella coinvolta attualmente nella trattativa per l’acquisto del Calcio Catania, ndr), Immobil. Bi srl, San Nicola’s Costruzioni srl; dalle quote di Li Pera nelle società Parco delle Maccalube campus srl, Rochel srl, Altarello Costruzioni srl, Centounopini Costruzioni srl, Studio 58 srl. Sequestrati anche nove immobili e 150 rapporti bancari.
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