Tra ironia, sorrisi e solidarietà tra gli attori siamo giunti alla terza serata del festival.
Il programma prevede un duplice incontro: la proiezione di due film di Pasolini, Comizi damore e Appunti per unorestiade africana al museo del cinema; la presentazione dei corti a Palazzo Impellizzeri.
Mi reco al museo del cinema. Arrivo un po in ritardo. Il film è già cominciato. Con mio grande stupore mi accorgo che la sala è quasi vuota. Conto solamente tre o quattro persone. In effetti i film risultano pesanti e monotoni per chi non ama e non conosce il grande scrittore e regista italiano.
Nonostante i film siano stati prodotti negli anni Sessanta affrontano temi estremamente attuali: sessualità, parità di diritti tra uomo e donna, omosessualità, capitalismo, industrializzazione. Argomenti vivi, reali legati ad un presente apparentemente libero da pregiudizi ma che nasconde ancora molti tabù. I film, comunque, non riscuotono successo.
Alla fine della rassegna pasoliniana mi reco a Palazzo Impellizzeri dove alla presentazione del libro Ombre di Alessandro De Filippo ha fatto seguito la proiezione dei corti del gruppo Futura.
Il pubblico è costituito solo dai registi i cui corti saranno presentati a breve e qualche attore protagonista. Niente di paragonabile alla folla entusiasta e attenta delle precedenti giornate.
La serata risulta essere alquanto monotona. Latmosfera è resa ulteriormente greve dal ricordo, da parte di un regista, del giovane a cui è dedicato il corto, Tonino Forcisi, morto di overdose alletà di trentanni.
Dopo la proiezione dei corti siciliani, il consueto appello dei registi al fine di intrattenere un dibattito con il pubblico.
Alla fine delle proiezioni vado via un po delusa. La serata si è rivelata alquanto monotona.
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