A Palermo la manifestazione per il quarto sciopero globale per il clima vede la presenza degli studenti del Collettivo dei Picciotti, che raggruppa diversi licei palermitani e la presenza forte e determinata degli studenti delle scuole che aderiscono a Si Resti Arrinesci, movimento nato per portare avanti una campagna regionale per fermare l’emigrazione giovanile forzata dalla Sicilia. In occasione della 25esima Conferenza Onu sul Cambiamento climatico che si terrà a Madrid dal 2 al 13 dicembre, oggi in tutto il mondo si torna in piazza per ribadire ancora una volta l’urgenza e la necessità sempre più pressante di prendere delle soluzioni drastiche per salvare il pianeta e il futuro. Per le vie dello shopping come via Ruggero Settimo, gli studenti celebrano il block friday, per accendere i riflettori sui profitti del capitalismo a discapito del clima.
La volontà è, dunque, quella di agire questa giornata globale traducendo sul piano territoriale quelle che sono le istanze relative alla difesa dell’ambiente e della salute, portando sotto le luci dei riflettori le criticità in cui versa la Sicilia. Difendere l’ecosistema planetario a partire dalla difesa delle risorse naturali della nostra isola; difendere il futuro dell’umanità intera a partire dalla salute della popolazione che vive in Sicilia. Leggere spopolamento e impoverimento dei nostri luoghi quali conseguenze di precise scelte e strategie operate nella gestione delle risorse. «Pensando all’ecosostenibilità del pianeta non posso non pensare al tasso di inquinamento presente nei nostri mari e nell’aria che respiriamo, a come viene affrontata l’annosa questione dello smaltimento dei rifiuti e a come i luoghi di casa mia vengano martoriati e impoveriti. Le trivelle, il muos, le discariche a cielo aperto e gli inceneritori riducono al minimo la qualità della vita degli abitanti, mettono a rischio la nostra salute e prosciugano le risorse ambientali», osserva Ludovica Di Prima, rappresentante del liceo Umberto I e parte attiva della campagna Si Resti Arrinesci.
«Affinché io possa avere la possibilità di vivere a casa mia, come minimo necessito che l’aria che respiro sia salubre e l’acqua che bevo non inquinata. Cosa che il modello di sviluppo sinora portato avanti non garantisce. Chi ci governa ha il dovere di garantire e tutelare la nostra salute e di vigilare su essa. Come più volte ribadito la nostra campagna punta a far smuovere qualcosa all’interno dei palazzi istituzionali ed elaborare proposte per un cambio culturale, economico e sociale. Ecco, l’elaborazione di un modello di sviluppo virtuoso per la Sicilia deve necessariamente partire dalla sua difesa e protezione; e tale processo deve vedere noi che vi abitiamo come i veri protagonisti. È per questo che siamo scesi in campo. Prendersi cura dei nostri luoghi significa prendersi cura di noi stessi e salvare la nostra isola dall’abbandono e dall’indifferenza, proprio per questo oggi insieme a tanti altri partecipiamo alla giornata regionale di cura dei territori siciliani e prendiamo parte alla riqualifica della foce del fiume Oreto, un luogo simbolo della nostra città».
Una normale passeggiata tra amici, conclusa però con un arresto. È successo la sera dell'Epifania…
Troppe visite. Per lo più di giovani, molti dei quali già noti per essere degli…
A Catania, i poliziotti hanno trovato un parcheggiatore abusivo con 26 chiavi di auto lasciate…
La procura generale di Catania ha disposto l'avocazione al proprio ufficio dell'inchiesta sull'omicidio degli imprenditori Alessandro Rovetta…
La Polizia di Stato ha arrestato in flagranza per furto aggravato un uomo di 44…
Spaccata la vetrina di un negozio di articoli da viaggio che fino a poco tempo…