La prima pietra posata sul cammino verso il nuovo corso dei Martiri della libertà non è altro che l’avvio di quattro mini cantieri che dovranno ridisegnare alcune porzioni del cratere nel cuore di Catania. Parte così, da uno spiazzo di erbacce, asfalto e terra battuta accanto alla scuola Vespucci – l’area Vp6 del masterplan – il completamento del piano di risanamento del quartiere di San Berillo. E parte dal sindaco Enzo Bianco che si improvvisa autista escavatore, a sancire l’importanza del momento. Il percorso potrebbe concludersi, secondo la promessa formulata solennemente dallo stesso primo cittadino, «se tutto va bene entro tre-quattro anni», andando a rimarginare la ferita dello sventramento del vecchio quartiere operaio della città. Spianato fra anni Cinquanta e anni Sessanta per far posto a quello che si pensava dovesse essere il cuore della futura city. Che, però, mai riusci ad impiantarsi su quella che ancora oggi è una distesa di asfalto e degrado. Il cratere di corso dei Martiri, appunto, destinato a tramutarsi in un lungo boulevard verde, snodandosi da piazza della Repubblica fino a piazza Giovanni XXIII e la stazione ferroviaria. Il master plan lo avevano firmato l’allora sindaco Raffaele Stancanelli e l’architetto Mario Cucinella, in collaborazione con la società Land Kipar, subentrato all’archistar Massimiliano Fuksas. Il tutto, cinque anni fa, era confluito in una Convenzione urbanistica fra Comune e privati che possiedono i terreni.
«Non ci saranno auto, la viabilità sarà assicurata da vie laterali – spiega Bianco nell’auditorium della scuola attorno cui il risanamento dovrà prendere forma – Corso dei martiri scompare per fare spazio a una enorme promenade pedonale e ciclistica, piena di verde, affianca da edifici di uso diversificato, a partire da un albergo a 5 stelle». Al suo fianco ci sono l’assessore all’Urbanistica Salvo di Salvo e Aldo Palmeri, amministratore delegato di Istica-Cecos, holding adesso di proprietà della banca Unicredit che, assieme a Risanamento San Berillo srl, detiene la proprietà delle aree. «Questo progetto si è costruito grazie a un’eccellente collaborazione fra pubblico e privato – dice Palmeri – adesso Catania ha l’occasione di lanciare un ambizioso progetto di marketing territoriale per la città, una narrazione che va da Vaccarini a Cucinella». E che rimandi anche a un paragone, già fatto in passato, fra il futuro San Berillo e le più note passeggiate europee come la Rambla di Barcellona.
Le due società avevano varato nei mesi scorsi l’appalto per i primi quattro lotti-cantieri – contrassegnati con le sigle Vp3, Vp4, Vp5 e Vp6 – oggi inaugurati da Bianco. Ad aggiudicarsi i lavori – attraverso una procedura aperta che, spiega il sindaco, è stata monitorata, così come avverrà per le future gare, dall’Autorità nazionale Anticorruzione – era stata l’impresa Consorzio stabile costruttori con sede a Maletto e di proprietà degli imprenditori Capizzi. Lì dove il primo cittadino ha avviato gli escavatori, nascerà un viale alberato affiancato da un parco giochi ed un campetto sportivo polivalente. Poi, fra via Fischetti e piazza Grenoble e fra piazza Falcone e la chiesa del Santissimo Crocifisso sono previste aree pedonali alberate, piazze e un viale con alberi di carrubo. Il vero nucleo delle opere di urbanizzazione primaria – spesa da circa 14 milioni – si concentra in realtà nelle aree Vp1 e Vp2, dove, fra piazza della Repubblica e la fossa di corso dei Martiri, dovrà essere costruito un parcheggio multipiano interrato e la prima parte del parco-boulevard.
Vp è la sigla delle aree del progetto destinate alle opere di urbanizzazione primaria. Umi (Unità minime di intervento), invece, quella assegnata agli altri interventi del masterplan come la galleria commerciale, l’hotel di lusso, un museo e l’auditorium, una grande piazza, edifici a uso sia residenziale che commerciale. L’investimento nel complesso oscilla fra i 220 ai 240 milioni di euro – «Il più grande progetto di rigenerazione urbana al momento avviato in Italia», precisa il sindaco Bianco – ma i lavori dei quattro cantieri valgono meno di due milioni di euro. Somme che in realtà le stesse aziende appaltanti avrebbero dovuto versare come oneri di urbanizzazione al Comune di Catania e che invece, per un accordo fra le parti, vengono impiegati in tali opere.
La critica dell’opposizione a quella che sarebbe solo «propaganda elettorale del sindaco» prende spunto proprio dall’entità dei cantieri avviati oggi. «Minimale» secondo il vicepresidente vicario del Consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono: «Offende l’intelligenza dei catanesi il tentativo del sindaco Bianco di spacciare come un fatto di portata storica la riqualificazione di quattro limitate aree a verde del vecchio quartiere San Berillo – attacca il consigliere comunale – né tanto meno il sindaco può ascrivere a sé un’intesa coi proprietari privati, poiché quel poco che si andrà a realizzare è frutto dell’accordo transattivo – la convenzione – del 2012 firmato dall’ex sindaco Stancanelli».
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