Corridoi umanitari, alternativa legale ai viaggi sui barconi Lo Verde: «Possiamo salvare delle vite, quindi facciamolo»

Corridoi umanitari, accoglienza e integrazione. Sono le parole chiave del protocollo d’intesa promosso dal Centro Diaconale La Noce e la Comunità di Sant’Egidio sottoscritto con i Ministeri dell’Interno e degli Affari esteri. In seno al protocollo, sono arrivate a Palermo nei giorni scorsi tre famiglie di profughi siriani, giunte nel nostro paese grazie ai corridoi umanitari attivati dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei): due saranno accolte presso il Centro Diaconale, mentre la terza sarà accolta dalla comunità di Polizzi Generosa, tramite la onlus La Commenda Solart. «Questo è un progetto che mira a rendere autonomi i migranti», spiega subito Anna Ponente, direttrice del Centro Diaconale. «Potenzialmente è qualcosa di assolutamente rivoluzionario – continua la direttrice – Potrebbe annullare definitivamente il problema dei disperati viaggi sui barconi, delle morti in mare, della tratta di esseri umani».

«Abbiamo pensato a questo protocollo mettendo insieme sensibilità diverse e facendole collaborare», aggiunge anche il responsabile della Comunità di Sant’Egidio, Renzo Messina. Un progetto pilota, dunque, interamente finanziato dalla Tavola Valdese e dall’ottoxmille della chiesa valdese e metodista. Avrà il delicato compito non solo di tracciare la strada, ma ancor di più di sollecitare la politica nazionale, in modo da renderlo un progetto concreto e ampio. «Particolare attenzione sarà rivolta ai soggetti più vulnerabili – riprende Messina – Vogliamo fare in modo che gli sia garantito un percorso diverso, che sia legale e sicuro. Il primo passo per ricominciare una nuova vita». I corridoi umanitari del 2016 hanno già portato in Italia 500 rifugiati, entro il prossimo anno ne sono previsti altrettanti, provenienti dalla Libia, dalla Siria, dall’Eritrea e dal Marocco. A breve è prevista anche la sottoscrizione di un ulteriore protocollo che permetterà la concessione di altri 100 visti. «Non più porti. La scena deve spostarsi da adesso nelle sale degli aeroporti – conclude l’uomo – Puntiamo a coinvolgere in questo progetto anche tutti gli altri paesi, rivoluzionando tutto e facendo la storia».

Un modo diverso di fare accoglienza, termine, secondo i volontari, oggi sin troppo abusato e spesso frainteso. Garantire dei percorsi alternativi e sicuri ai rifugiati permetterà anche di combattere il clima di diffidenza e il pregiudizio dilagante di considerare nemico uno straniero. «Vogliamo attuare un cambiamento mentale – interviene Angela Madonia della onlus Commenda Solart – Due mondi diversi che entrano in contatto e finiscono per mescolarsi non possono che generare arricchimento». È d’accordo anche Giuseppe Lo Verde, sindaco di Polizzi Generosa, che con entusiasmo ha deciso di sposare il progetto: «Sono onorato di aprire le porte del comune madonita, soprattutto quelle dell’amministrazione – spiega il primo cittadino – Abbiamo il dovere di aiutarli, possiamo farlo quindi facciamolo, salviamo queste vite umane».

Silvia Buffa

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