Corradino Mineo: “Crocetta non sia subalterno a Roma e Berlino”

Eletto da capolista del PD al Senato in Sicilia,  nelle recenti elezioni politiche nazionali, Corradino Mineo  ha palesato un chiaro dissenso all’interno del Partito Democratico  sulla vicenda dell’elezione del Presidente della Repubblica. Di fatto è una voce fuori dal coro. L’ex-direttore di RaiNews 24 negli ultimi giorni ci è anche sembrato sempre più vicino alle idee di Barca.

Lo abbiamo raggiunto per chiedergli di spiegarci una serie di cose che tutti noi siciliani vorremmo sapere. A partire dal perché non sia stato votato Rodotà fino alle prospettive per la Sicilia con un governo nazionale (e ormai anche regionale) di “grande coalizione” PD-PdL-Monti. Ci aspettavamo prese di posizioni “forti” e non siamo stati delusi.

 Grazie per aver accettato un’intervista con Linsicilia, un giornale fortemente critico su talune scelte della direzione del PD, soprattutto negli ultimi tempi. Partiamo dal Presidente della Repubblica. E’ chiaro che nella vicenda dell’elezione del Presidente ci sono state opinioni molto diverse nel PD. Da quello che abbiamo letto sui giornali, il tuo nome è stato associato a una preferenza per Rodotà. E’ vero? Puoi dire qualcosa su questa posizione?

Ho proposto Rodotà  già prima del 24 febbraio. Ero convinto che la partita decisiva “per il cambiamento” sarebbe stata quella del Quirinale. E Stefano aveva ed ha tre caratteristiche: una grande competenza, è un uomo della sinistra, non si è invischiato nella cosiddetta seconda repubblica, anzi da anni si occupa dei cittadini e dei loro diritti. Purtroppo non sono stato ascoltato

Perché il PD non ha proposto Rodotà o un altro nome che sarebbe stato gradito in un asse sinistra-cinque stelle?

Il Pd non l’ho capito. La proposta Marini non era ricevibile, segnata dai veti di Berlusconi su Prodi  e persino Mattarella, apriva con tutta evidenza a un governo Pd e PDL. Il contrario di quello che avevamo detto in campagna elettorale. Ho votato Rodotà per le tre prime votazioni. Alla quarta, Prodi.  E ho sperato che lo votasse  anche 5 Stelle. Perché questo avrebbe probabilmente aperto la strada a un governo Rodotà. Poi la resa del Pd a Napolitano. E il mio no, purtroppo solitario.

Barca si è proposto come uno dei leader del PD. Ti piace la sua posizione? Saresti vicino?

Barca è persona molto interessante. Vuole  costruire sul serio una sinistra libera dall’eredità delle correnti (ex sinistra Dc ed ex Ds) che hanno paralizzato e forse distrutto il PD. Io però vorrei che si passasse da una fase  di dibattito molto aperto, coinvolgendo Renzi e Vendola e Tabacci, e naturalmente Barca. Un dibattito vero nei gruppi parlamentari, nei circoli, con il popolo delle primarie. Investendo i nostri elettori, che rischiano di diventare ex elettori, e spesso esprimono critiche simili a quelle del 5 Stelle.

Come vedi il futuro del PD anche nel suo rapporto con la Sicilia?

In Sicilia la sinistra deve ripartire da capo. Dobbiamo rimboccarci le maniche e combattere (politicamente, non nascondendoci dietro forze dell’ordine e magistrati) la mafia degli affari. Anche perché  soldi ce ne sono, e ce ne saranno, pochi. E se li arraffa la mafia, non resta niente per chi ha bisogno. Poi subito salario di disoccupazione. Perché non possiamo tenere a libro paga della regione precari non produttivi e dipendenti non utili. Infine, il Presidente Crocetta, finita la fase (brillante) del movimentismo, avvii una riflessione sulla Regione. Serve ancora? Può perseguire una linea di politica economica diversa in qualcosa e non subalterna ai diktat di Roma e Berlino?

Ti è piaciuto il discorso di Napolitano? In quali punti?

Napolitano gliele ha cantate ai partiti, intendo PD e PdL. E ha fatto benissimo. Semmai è stato troppo tenero con il “suo” Monti. Ma è lo schema di Napolitano che non condivido. Non siamo nel 1976, non ci sono più Dc e Pci, ma due forze che hanno perso più di 9 milioni di voti alle elezioni. E la sinistra è incompatibile con la concezione dello Stato e del Diritto che Berlusconi ha imposto al Paese.

Quale governo pensi si possa e si debba fare?

Di un governo c’è bisogno. Anche se non a ogni costo, come bene ha detto Enrico Letta. Gli stessi cittadini che ci insultano, perché ora andiamo con Alfano, vogliono però un governo. E presto. Per finanziare la cassa integrazione  in deroga, aiutare i precari, risolvere l’imbroglio degli esodati, garantire ai piccoli imprenditori crediti, non a tassi da strozzino.

Cosa potrebbe fare questo governo per la Sicilia? Che effetti ci saranno secondo te in Sicilia se si formasse un governo di grande coalizione (PD-PdL) a Roma?

Che farà il governo per la Sicilia? Se ci desse un salario di cittadinanza sarebbe bello. Ma temo che i pochi soldi che ci sono finiranno nel rimborso dell’IMU. Un po’ di euro in tasca sono meglio di niente. Ma i problemi poi restano tutti.

 

 

Nelle foto: Corradino Mineo (tratta da www.lettera43.it), Stefano Rodotà (da Wikipedia), , Rosario Crocetta (foto di Gabriele Bonafede), Fabrizio Barca (da Wikipedia)

Gabriele Bonafede

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