Chi lavora in Malattie infettive si ammala e i colleghi degli altri reparti vanno in aiuto di chi sostiene sulle proprie spalle il peso dell’emergenza coronavirus. Succede all’ospedale di Caltagirone, dove ieri si è registrata la prima vittima con Covid-19 (e, dunque, la quinta in Sicilia) e dove negli ultimi giorni sono state infettate due dottoresse e un’infermiera. Tutte, prima di ammalarsi, in servizio con i pazienti positivi. Così la direzione medica del nosocomio calatino ha emanato un ordine di servizio ad hoc: le degenze di Urologia, Chirurgia, Otorino e Oculistica sono accorpate nell’Unità complessa di Chirurgia generale, mentre i medici di quei reparti saranno utilizzati, si legge nel documento, «per la copertura dei turni di pronto soccorso».
L’ospedale Gravina di Caltagirone, come raccontato da questa testata, è uno dei centri individuati dalla Regione Siciliana per essere poli Covid-19. Significa che al suo interno sono stati recuperati cinquanta posti letto dedicati alla sola infettivologia. Ed è assistendo quei pazienti che sono poi state contagiate le tre professioniste: assenze che pesano sulla capacità di reggere del sistema e che devono essere colmate. Da qua la scelta di spostare in Malattie infettive nove infermieri, uno specialista di Medicina interna e uno di Malattie dell’apparato respiratorio. Mentre tutti gli altri dirigenti medici saranno destinati all’emergenza-urgenza.
Decisioni simili vengono prese, in queste ore, anche in tutti gli altri ospedali della provincia. Ad Acireale i locali dell’ex Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera serviranno per recuperare dieci posti letto da dedicare a eventuali sospetti pazienti Covid-19. Un nuovo reparto in fase di istituzione, sotto il controllo diretto dell’unità operativa complessa di Rianimazione, al quale dovranno essere messi a disposizione tutte le attrezzature e i dispositivi sanitari dell’intero nosocomio.
Da quanto risulta a MeridioNews, le unità di Otorinolaringoiatria, Oculistica e Gastroenterologia, per eventuali ricoveri urgenti, dovranno appoggiarsi alla Chirurgia acese. Mentre ai direttori di ciascun reparto è stato chiesto di fornire un elenco di medici «che potranno essere cooptati per le necessità emergenti e per il loro eventuale impiego a supporto sotto il coordinamento dei direttori di Medicina e Rianimazione». Il picco dei contagi, stando a quanto sostenuto dagli infettivologi, è ancora lontano giorni. Ma gli ospedali devono farsi trovare pronti. A Catania prima che altrove, visto che il capoluogo etneo continua a essere l’epicentro della diffusione del virus in Sicilia.
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