Coronavirus, morto lavoratore catanese di Pfizer Terzo decesso in Sicilia, i contagi salgono a 213

C’è un terzo morto con Coronavirus in Sicilia. Si tratta di un uomo di 52 anni, deceduto oggi nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, dove si trovava in terapia intensiva per insufficienza respiratoria. L’uomo, affetto da altre patologie, era stato preso in carico venerdì 13 marzo al pre-triage infettivologico con febbre, tosse e difficoltà respiratorie e, sottoposto al tampone per Covid-19, era risultato positivo. Il 52enne lavorava nell’azienda farmaceutica Pfizer, nello stabilimento di Catania.

Da fonti sindacali si apprende che l’uomo ha iniziato a stare male venerdì scorso, il 6 marzo. Quello è stato il suo ultimo giorno di lavoro in azienda. Una settimana dopo, sabato 14 marzo, la stessa ditta avrebbe parlato coi sindacati della situazione, comunicando la positività. Il ricovero al Cannizzaro è avvenuto il giorno prima, venerdì 13 marzo, per l’aggravarsi della situazione. Non è ancora chiaro se l’uomo abbia avuto contatti con persone provenienti dal Nord o se sia stato nel recente passato in quelle zone. 

Il dipendente si occupava di controllo documentazione, spostandosi dunque tra il reparto di produzione e gli uffici. Dentro all’azienda già da giorni si applicano le misure previste dai decreti governativi e alcune produzioni, quelle di farmaci non salva vita, erano state ridotte. Dopo avere appreso della positività dell’uomo, è stato stilato un elenco di persone che hanno avuto contatti diretti con il lavoratore ed è scattata la quarantena per altri dipendenti. Oggi la produzione si è fermata. E i sindacati si apprestano a chiedere il prolungamento del fermo.

Il numero complessivo di contagiati in Sicilia sale a 213 (più 25 rispetto a ieri), 95 (più 24 rispetto a ieri) sono ricoverati (42 a Catania, 18 a Palermo, 10 a Messina, 8 a Siracusa, 6 a Trapani, 4 a Enna, 3 a Caltanissetta, 2 a Ragusa e Agrigento) di cui 20 (più 5 rispetto a ieri) in terapia intensiva, mentre 108 sono in isolamento domiciliare, otto sono guariti (tre a Palermo, due ad Agrigento, uno a Enna, Messina e Ragusa). Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 2.653.

Questa la divisione dei contagi nelle varie province: Catania, 96; Palermo, 37; Agrigento, 22 dove rimane Sciacca il focolaio che preoccupa; Siracusa, 21; Trapani, 13; Messina, 11; Enna, 5; Ragusa e Caltanissetta 4. 

Rispetto a ieri l’incremento maggiore, sei casi in più (comunque contenuto), si registra dunque in provincia di Siracusa, dove però non ci sarebbero concentrazioni di contagiati. I positivi sarebbero casi sparsi in diversi paesi della provincia, compresa la città di Siracusa. 

Uno dei nuovi casi riguarda un medico dell’ospedale Umberto I di Siracusa. «Sono state attivate immediatamente tutte le misure di sanificazione degli ambienti e di contenimento previste – hanno fatto sapere dell’Asp –  Si è ricostruita la mappa dei contatti stretti su cui si è proceduto con le misure previste di controllo e di sorveglianza. Nel reparto dove opera il medico sono stati intrapresi i protocolli previsti per i pazienti e al momento sono sospesi nuovi ricoveri pur rimanendo attivo un percorso di garanzia per le urgenze. Le condizioni di salute del medico non destano particolare preoccupazione».

All’ospedale di Augusta, dove erano stati messi in quarantena alcuni reparti dopo il passaggio dell’anziano poi morto a Caltagirone, domani si potrebbe tornare alla normalità. Il primo tampone, effettuato su una quarantina di persone tra personale sanitario e altri pazienti, ha dato per tutti esito negativo. Si attende il risultato del secondo tampone per ripristinare la piena funzionalità dei i reparti e permettere al personale bloccato di tornare in servizio. 

(La curva del contagio, dati fermi a ieri 15 marzo 2020)

Salvo Catalano

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