Coronavirus, i divieti in Sicilia e chi deve farli rispettare A Messina tre tende per monitorare i fuorisede di ritorno

Chi vigilerà sui fuorisede che stanno tornando in Sicilia dalle zone rosse del Nord Italia? E chi farà rispettare i pesanti divieti imposti anche nell’isola, in parte dal decreto del governo nazionale e in parte da un’ordinanza regionale? In queste ore di confusione, MeridioNews ha provato a cercare le risposte ai molti quesiti dei cittadini siciliani. 

L’OBBLIGO DI QUARANTENA PER I FUORISEDE DI RITORNO
I video di ieri notte alla stazione di Milano hanno fatto il giro d’Italia. Centinaia di fuorisede hanno lasciato la Lombardia e le altre province indicate come zone rosse, prendendo gli ultimi treni disponibili per tornare al Sud. Ieri sera l’unico treno diretto in partenza da Milano per la Sicilia era quello delle 20.10. Quando ancora le prime indiscrezioni sui nuovi provvedimenti non erano state rese note. Le immagini del convoglio preso d’assalto si riferiscono a quello diretto a Salerno (e proprio in quella stazione oggi sono scattati controlli sanitari sui passeggeri in arrivo). Massima attenzione resta ovviamente per tutti quei siciliani che torneranno nell’isola passando anche da Roma o da Napoli. E per tutti quelli che hanno scelto l’autobus o la macchina. 

Per questi soggetti l’ordinanza del presidente Nello Musumeci dispone l’obbligo di quarantena domiciliare. A tal proposito la stessa ordinanza prevede che a Messina verranno montate tre tende da parte della protezione civile regionale «per i fabbisogni sanitari»: una agli imbarcaderi della Caronte, una davanti alla stazione ferroviaria e la terza al porto di Tremestieri. Stando a quanto appreso da MeridioNews, sarà presidiata da personale che prenderà la temperatura a chi arriva e distribuirà a tutti l’ordinanza regionale. A chi mostrerà sintomi influenzali verranno immediatamente somministrate le prime cure. Dalla protezione civile regionale fanno sapere che le tende verranno montate nelle prossime ore e dovrebbero essere attive tra stasera e domattina, ma su questo non c’è ancora certezza. 

Una volta a casa, il soggetto tornato dal Nord dovrà stare in isolamento per 14 giorni. Fonti sanitarie spiegano che, in assenza di sintomi, si potrà condividere questo periodo con i conviventi. E questi ultimi non hanno in teoria nessun divieto di uscire. Nel caso comparissero sintomi sospetti (febbre, difficoltà respiratorie, tosse), bisogna indossare una mascherina e allontanarsi dai conviventi. Chi farà rispettare l’obbligo di quarantena, oltre il senso di responsabilità personale? Difficile dirlo. Musumeci chiama in causa «la vigilanza delle forze di polizia». In ogni caso la stessa ordinanza regionale prevede che chi non osserva questi obblighi è punito con le sanzioni previste dall’articolo 650 del Codice penale: l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206euro

L’OBBLIGO PER I CONCESSIONARI
L’ordinanza regionale impone anche «ai concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e navale l’obbligo di acquisire e mettere a disposizione delle forze dell’ordine e del coordinamento per le attività necessarie per il contenimento della diffusione del Covid-19 della Presidenza della Regione Siciliana, dei Comuni e delle Asp, i nominativi dei viaggiatori, relativamente alle provenienze dalla Regione Lombardia e dalle province di Province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova, Treviso; Asti e Alessandria, con destinazione aeroporti, porti e stazioni ferroviarie della Regione siciliana». A questo si accompagna il dovere per chi torna di comunicarlo al proprio medico, al Comune e al dipartimento di prevenzione della propria Asp. 

I DIVIETI IN VIGORE IN SICILIA
Il decreto varato la notte scorsa dal governo nazionale impone divieti precisi anche in Sicilia, gli stessi validi in tutta l’Italia a eccezione delle zone rosse (lì sono ancora più restrittivi). Sospesi congressi, riunioni, meeting, eventi sociali in cui è coinvolto il personale sanitario. Stop a manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, inclusi cinema e teatri, svolti in ogni luogo pubblico e privato. Chiusi pub, discoteche, sale gioco, sale scommmese, scuole di ballo e Bingo. Sospesa l’apertura di musei e altri istituti di cultura. Ai bar è consentita l’apertura con obbligo del gestore di far rispettare la distanza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso non venissero rispettati gli obblighi. Sospesi eventi e competizioni sportive di ogni disciplina in luoghi pubblici e privati, tranne dentro impianti sportivi a porte chiuse o all’aperto senza presenza di pubblico». Stop pure ai funerali e alle cerimonie civili e religiose (resta da capire se sono incluse le messe). In aggiunta, in Sicilia, con ordinanza della presidenza della Regione è disposta la chiusura di piscine, palestre e centri di benessere.

Su tutti questi divieti spetta alle Prefetture – che si avvarranno, dove serve, delle forze di polizia, dei vigili del fuoco e delle forze armate – il monitoraggio. Il decreto del governo nazionale precisa che nelle zone rosse il compito delle prefetture è «assicurare l’esecuzione delle misure». Nel resto d’Italia si parla di «monitoraggio dell’attuazione delle misure da parte delle amministrazioni competenti». Anche in questo caso il mancato rispetto degli obblighi è punito dall’articolo 650 del codice penale.

L’APPELLO DI MUSUMECI
«A chi pensa di tornare – ha spiegato il presidente della Regione in un video registrato dalla sua abitazione dove è in isolamento volontario – vogliamo dire di farlo con prudenza per evitare di portare da noi inconsapevolmente il virus. Chi proviene da quelle zone deve avere accortezza di avvertire il medico di famiglia o chiamare le nostre strutture sanitarie preposte e mettersi in autoisolamento. Se serve, poi si procede con le fasi previste dal protocollo. Per fare questo serve senso di responsabilità, autocontrollo, la vigilanza delle forze di polizia».  Così Musumeci risponde indirettamente anche alle richieste, da parte di molti cittadini in particolare via social, di chiudere i confini dell’Isola. Potere, quest’ultimo, di competenza unica del governo centrale. «Per questo ci saremmo aspettati dal ministero dell’Interno una disposizione che mettesse gli uomini in divisa nei porti, negli aeroporti, nelle stazioni, soprattutto a Messina, per vigilare sul rispetto dell’ordinanza. Lo abbiamo chiesto anche stamattina. Sono convinto che prevarrà il senso di responsabilità senza farci prendere dalla paura. Noi siciliani siamo forgiati per affrontare tante criticità, ma serve senso di responsabilità, senza farci contaminare dal virus della paura».

Salvo Catalano

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