«Ho chiesto di rimanere a casa e la stragrande maggioranza degli italiani ha risposto in modo straordinario. Era il primo passo. Ora è il momento di fare un passo in più». Sono le parole che precedono l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Chiudiamo tutte le attività commerciali: bar, pub e ristoranti, parrucchieri, centri estetici e mense che non rispettano le distanze di sicurezza. Fanno eccezione i negozi di generi alimentari e le farmacie. Nessuna corsa a comprare cibo nei supermercati». Parole forti che valgono per tutto il territorio nazionale che, già dal decreto dello scorso 9 marzo, è un’unica zona protetta. Nessuna Regione esclusa.
«Vanno agevolate ferie per i dipendenti – continua Conte – Industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le loro attività produttive mantenendo i protocolli di sicurezza. Restano garantiti trasporti pubblici, servizi bancari, assicurativi e postali. L’effetto lo vedremo tra un paio di settimane. Nessuno deve pensare che già domani riusciremo a misurare l’impatto – sottolinea – Se i numeri dovessero continuare a crescere, non significa che dovremmo affrettarci a varare nuove misure. Dobbiamo essere lucidi e rigorosi».
Annunciato anche un commissario speciale per le strutture sanitarie per rafforzare i presidi esistenti e per sopperire alle carenze di materiali sanitari. Si tratta di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia. Si coordinerà con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli.
«Grazie a chi sta rispettando le misure adottate dal governo per contrastare il virus», sono le parole con cui il presidente del Consiglio comincia il suo discorso quando l’orologio segna le 21.46. «State cambiando le abitudini di vita ma sappiate che le rinunce stanno offrendo un grande contributo al Paese – continua – L’Italia è una grande comunità unita e responsabile. Ci guarda tutto il mondo per i numeri dei contagi, ma anche per la prova di grande rigore e resistenza».
Il precedente decreto era stato firmato soltanto il 9 marzo scorso. Giorno in cui l’Italia è stata trasformata in una grande area arancione equiparando tutto il Paese alle zone rosse e gialle in cui da settimane si registrano il numero maggiori di contagi. L’ultimo aggiornamento di oggi registra una crescita esponenziale del numero di persone infette. Il dato, diffuso alle 19, segna 12.462 contagi. Di questi 827 sono le persone decedute e 1.045 quelle guarite. In isolamento domiciliare ci sono 3.724 cittadini, 5.838 ricoverati con sintomi e 1.028 in terapia intensiva.
La Regione con il maggior numero di contagi resta la Lombardia, con 7.228. In Sicilia sono 83, un numero aumentato di diverse unità rispetto a ieri. La provincia più colpita quella di Catania con 41 persone colpite. Resta a zero Caltanissetta. Oggi si è registrata anche la morte di un 80enne originario di Sortino. L’anziano si trovava ricoverato all’ospedale di Caltagirone dopo essere transitato in quello di Augusta. Risultato positivo al primo tampone, saranno necessarie ulteriore verifiche per collegare il decesso all’azione del virus.
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