Coronavirus, cosa si può fare e cosa no fino al 3 aprile Risposte su autocertificazione, passeggiate e funerali

Nella tarda serata del 9 marzo, il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha firmato il decreto con «recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, applicabili sull’intero territorio nazionale». Si tratta dell’aggiornamento del decreto dell’8 marzo, che però era limitato alla sola Lombardia e a 14 province del Nord. Adesso all’articolo 1 delle nuove disposizioni di legge, è previsto che «le misure di cui all’art. 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 sono estese all’intero territorio nazionale». Facciamo il punto su cosa è deciso a livello nazionale e cosa, invece, viene stabilito a livello locale. C’è ancora tanta confusione, anche perché le autorità locali sono oberate di lavoro.

GLI SPOSTAMENTI
Bisogna «evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori, nonché al loro interno, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza». Significa, in altri termini, che ci si può spostare all’interno del proprio Comune (anche se è sconsigliato) ma è necessario evitare di passare da un Comune all’altro, da una provincia all’altra o da una regione all’altra senza bisogni reali. Se, al momento dell’emanazione del decreto, ci si trovava lontani da casa propria, ci si può tornare.

Per attestare ogni spostamento extra-comunale, sarà necessario compilare un’autocertificazione (il modulo aggiornato è qui), che si potrà avere con sé al momento dell’eventuale controllo sul territorio da parte delle forze dell’ordine o che si potrà ricevere da queste ultime, per la compilazione sul momento. I controlli saranno effettuati dalle forze di polizia, dai vigili urbani e dai carabinieri e non saranno fissi. Significa che non ci sarà nessun «checkpoint», ma che sarà possibile essere fermati se si viaggia – per fare un esempio – anche da Catania al limitrofo Comune di Misterbianco. 

Non è obbligatorio portare con sé l’autocertificazione anche se si esce per spostarsi all’interno dello stesso Comune, ma è consigliabile poiché ci si potrebbe imbattere in un controllo delle forze dell’ordine. Le autocertificazioni potrebbero essere controllate dalle autorità in momenti successivi a quello dell’esibizione da parte del cittadino, essere verificate a tappeto oppure a campione. Quale sarà il modo più opportuno verrà stabilito dai Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica che si tengono nelle prefetture dei vari territori, sulla base di come si ritiene si possa garantire meglio il rispetto del decreto in ciascuna area. 

Dichiarare il falso nell’autocertificazione – per esempio dire che si sta andando a lavorare o a fare una visita medica, quando in realtà si sta andando a pranzo a casa di amici in un altro Comune, ancorché vicino – costituisce il reato di «falsa dichiarazione a pubblico ufficiale» ed è punibile, secondo il codice penale, con un minimo di un anno di reclusione e un massimo di sei anni.

Si potrà uscire a fare una camminata, andare a correre o allenarsi in bicicletta perché rientra tra le attività fisiche che si possono svolgere all’aperto. Così come si potrà andare a portare a spasso il cane, per fare un esempio ancora più banale. Ma sarà necessario rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone ed evitare di formare gruppi che costituiscano «assembramenti» o «affollamento». Andare a fare shopping non è sottoposto a divieto assoluto così come non lo è andare a prendere un caffè al bar sotto casa. Ma qualunque spostamento non indispensabile al di fuori della propria abitazione è quantomeno sconsigliato dal governo italiano. L’appello delle istituzioni, in questo momento, è alla «responsabilità dei singoli individui». 

LE CHIUSURE
Bar e ristoranti potranno rimanere aperti dalla mattina e fino alle 18. Poi dovranno chiudere. I negozi e i centri commerciali, invece, potranno osservare i normali orari di apertura, ma sono obbligati ad abbassare le saracinesche il sabato e la domenica e, in generale, durante le giornate festive e prefestive. Stesso discorso vale per i mercati. Nel resto dei giorni, i mercati rionali all’aperto osserveranno le regole stabilite dalle amministrazioni comunali. A Catania, per esempio, il sindaco Salvo Pogliese ha scelto di non limitarne l’operatività per due motivi: sia perché li frequenteranno meno persone, e dunque si riduce il rischio di assembramento; sia perché, essendo importanti luoghi di approvvigionamento, la chiusura potrebbe causare problemi alla popolazione e aumentare le code all’esterno di supermercati e ipermercati (che come le farmacie non subiscono limitazioni). Che già sono piuttosto lunghe in tutta la Sicilia.

Fino al 3 aprile, che è la data di scadenza della validità dell’ordinanza, sono chiuse le scuole di ogni ordine e grado, le palestre, le piscine, i centri benessere  e i centri termali, esattamente com’era in Lombardia e nelle 14 province coinvolte dal precedente decreto legge. In aggiunta, sono sospesi i campionati sportivi, fatta eccezione per quelli organizzati da federazioni sportive internazionali (per esempio: stasera la Champions league si giocherà regolarmente, anche se senza pubblico tra gli spalti).

Discorso a parte va fatto per gli uffici comunali: anche in questo caso, come in quello dei mercati rionali, la decisione spetterà al sindaco. La linea che stanno seguendo la maggior parte delle amministrazioni locali è di sospendere le attività non indispensabili, predisporre tecnologie per il telelavoro e lasciare aperte al pubblico, con tutte le limitazioni e le precauzioni previste dalla normativa nazionale, soltanto le direzioni indispensabili: per fare un esempio, la polizia municipale. Necessaria anche a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. 

MATRIMONI, FUNERALI E CELEBRAZIONI
Tutte le cerimonie, sia civili sia religiose, sono sospese. I sacerdoti continueranno ogni giorno a celebrare la messa ma, dall’altare, non si rivolgeranno all’assemblea alla quale non è consentito partecipare. Ai fedeli è permesso andare nelle chiese, nelle poche ore durante le quali saranno aperte, per delle preghiere personali e anche per le confessioni (sempre mantenendo la distanza di un metro). Pure all’interno dei luoghi di culto, il punto è evitare gli assembramenti e la Cei, infatti, ha fatto proprie le misure del Governo. 

Al netto di particolari decisioni che potranno essere prese da diocesi o parrocchie, i matrimoni si potranno celebrare solo alla presenza di sposi, testimoni e parenti stretti. Nel caso di matrimoni civili, ogni Comune deciderà come comportarsi. Per i funerali, invece, resta solo la formula di benedizione (recitata dal sacerdote, preferibilmente direttamente al cimitero dove la salma potrà essere regolarmente seppellita); i battesimi sono sospesi (a meno che non ci siano situazioni di urgenza). Sospesa anche la benedizione delle cose (case, negozi, oggetti, ecc.). L’unzione degli infermi può essere somministrata ma solo con la preghiera, senza che il prete tocchi il malato

La sospensione delle cerimonie aperte al pubblico, ovviamente, è valida per tutte le religioni. A Catania la moschea di piazza Cutelli, la più grande di Sicilia nonché quella dove è Imam il presidente della comunità islamica di Sicilia Kheit Abdelhafid, è stata chiusa. Lo stesso provvedimento dovrà essere adottato anche dalle moschee di Siracusa, Ragusa, Massima e Palermo.

Luisa Santangelo

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