«Spicca, tra gli ambiti disciplinati dalla disposizione della Presidenza del Consiglio (sulle misure da adottare per contrastare e contenere il diffondersi del coronavirus, ndr), l’assenza assoluta di qualsiasi considerazione degli uffici giudiziari». Si sono sentiti «lasciati soli» gli avvocati della camera penale di Catania Serafino Famà. Così il direttivo ha messo nero su bianco su un documento la decisione di astenersi dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie per un periodo di 15 giorni (da domani venerdì 6 marzo fino a giovedì 20 marzo). Come previsto, tra l’altro, anche da una delibera dell’ufficio di Coordinamento dell’organismo congressuale forense.
«È noto – scrivono i penalisti in una nota – che la necessità di adottare misure di contenimento della diffusione del contagio serva anche a tutelare l’interesse alla salute pubblica in relazione alla necessità di evitare che picchi di contagio possano condurre a una crescente richiesta di interventi sanitari con prevedibile crisi del Sistema sanitario nazionale e delle strutture ospedaliera e di cura». È il motivo per cui si è proceduto alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e alla sospensione delle lezioni universitarie. «Negli uffici giudiziari, quotidianamente, si recano e svolgono la loro attività innumerevoli persone, avvocati e cittadini utenti della giustizia insieme ai magistrati e ai pubblici funzionari preposti alla giurisdizione – ricordano i penalisti – Per gli uni e per gli altri si pone un comune interesse alla tutela del loro diritto alla salute, individualmente considerato ma declinato anche in funzione del pubblico interesse».
Negli ultimi giorni, diverse camere penali, ordini forensi, la sezione cassazione dell’associazione nazionale magistrati, Unicost (Unità per la Costituzione) e l’Organismo congressuale forense (Ocf) avevano sollevato la questione, richiedendo l’adozione di provvedimenti da parte del Governo e del ministro della Giustizia per fronteggiare l’emergenza in modo omogeneo. «L’assenza di qualsiasi intervento – lamentano – ha impedito l’assunzione di razionali e omogenee misure di precauzione e cautela, demandando di fatto le scelte eventuali ai responsabili degli uffici giudiziari o alle iniziative degli organi forensi o delle associazioni come le camere penali. Lasciandoli soli».
La decisione dell’astensione è stata adottata al fine di «tutelare il diritto alla salute dei colleghi impegnati nell’attività d’udienza e di difesa, a stretto contatto, per necessità di servizio e di professione, con i propri assistiti e con tutti gli altri soggetti che popolano corridoi e ambienti circostanti le aule di giustizia. Appare vano e superfluo – aggiungono – limitare e regolamentare l’accesso all’aula dei difensori e dei soggetti interessati se fine delle misure è la tutela della salute di ciascuno e di tutti, per contrastare e contenere il diffondersi del contagio, limitando occasioni di necessario assembramento».
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