Coronavirus, appelli dei siciliani per affrontare la stretta Dall’economia alla coesione sociale, «serve responsabilità»

L’emergenza coronavirus sta facendo cambiare le vite di tutti. C’è chi sta sperimentando lo smart working, chi è alle prese con la teledidattica, chi ha dovuto attenersi alle nuove misure dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte abbassando la saracinesca della propria attività commerciale e chi, invece, sta prestando il proprio indispensabile servizio andando ben oltre i turni di lavoro. Per tutti i cittadini la richiesta è quella di restare a casa il più possibile. E dalle loro case alcuni dei nostri lettori vogliono fare sentire le loro voci. Chi vive fuori dall’Isola per condividere la scelta di non rientrare in Sicilia; chi per fare un appello al governo e proporre delle misure economiche da adottare; chi per raccontare la scelta dell’auto-isolamento volontario per tutelare la propria figlia affetta da una rara patologia, ma non solo; e chi per lanciare un invito alla solidarietà ai propri concittadini. 

Valeria Scozzari è una mamma palermitana. Quello che per molti in questo momento sembra un sacrificio per lei, che di sacrifici e di salute ne sa molto, è invece una scelta. La sua piccola Diana ha una malattia rara e viaggia con frequenza per Roma per dei ricoveri programmati e necessari. Mamma e figlia erano lì quando sono scattate le misure di emergenza per tutta Italia. Così, al rientro in Sicilia, nonostante non fossero obbligate, hanno fatto l’unica scelta davvero responsabile: isolarsi per due settimane. Non solo per gli altri componenti della loro famiglia ma anche per tutte le altre Diana fuori casa.

L’emergenza Covid-19 ha già creato qualche difficoltà al tessuto economico a livello nazionale. Le necessarie strette di questi ultimi giorni non lasciano ancora presagire la possibilità di miglioramento in breve tempo.Per Domenico Messina, imprenditore etneo che è uno dei dei principali sostenitori di MeridioNews, questo però è anche «il momento di pensare al futuro e di chiedere con forza al governo serie misure di congelamento delle spese».

Tra le raccomandazioni principali per prevenire la diffusione del contagio c’è la distanza fisica che, però, non impedisce un altro tipo di prossimità. È il caso dei volontari dell’associazione culturale Gammazita di piazza Federico di Svevia che si sono messi a disposizione dei residenti del quartiere per fare la spesa, comprare i medicinali o per qualsiasi altra necessità. È Veronica Palmeri a ricordare ai più giovani di pensare al prossimo anche e soprattutto in questo momento difficile. «Dalla vicina di casa anziana all’amico immunodepresso, una mano tesa – ma a distanza – sarà per la società la vera medicina per uscirne più forti di prima».

Marta Silvestre

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