Corleone, cascata delle Due rocche tra le più belle «Spettacolo suggestivo ma ancora poco tutelato»

Bella e sconosciuta. La cascata delle Due rocche, a pochi passi dal centro abitato di Corleone, vive il suo piccolo momento di gloria. Il motore di ricerca per case vacanza Hundredrooms l’ha inserita tra le 15 cascate imperdibili d’Italia. La più sconosciuta, si legge nella valutazione: «Un piccolo paradiso naturalistico che, forse per la sua non facile accessibilità, conserva una dimensione ancora incontaminata». In realtà il luogo in cui il fiume San Leonardo salta giù dalla roccia che ha scavato per secoli non è poi così impervio, ma di sicuro è molto suggestivo.

«La cascata si trova all’interno di un canyion – spiega Mario Cuppuleri, botanico e membro dell’associazione Sikania Trek, che organizza escursioni tra i monti Sicani per fare conoscere le bellezze della natura locale – Un canyon tra la calcarenite glauconitica di Corleone, un minerale tipico del luogo, chiamato così sulle tavole geologiche perché ha degli screzi verdi. In queste rocce il torrente ha scavato un letto che incontra questo salto in un posto molto suggestivo, una sorta di anfiteatro roccioso che in parte poi abbraccia il paese». 

La cascata si trova nei pressi della parte più antica del paese, le strade d’accesso sono antiche e strette, per cui non tutte le auto riescono ad arrivarci, in particolare quelle di grosse dimensioni hanno qualche difficoltà. «Per arrivare – continua Cuppuleri – si attraversa un ponte in pietra. Lì vicino, costruito su una piccola collina, c’è un vecchio monastero, quello del Santissimo Salvatore, che adesso è un ospizio per anziani, che all’interno ha un bellissimo chiostro. Costeggiando il fiume lungo un sentiero in terra battuta si arriva alla cascata, che ha alla base un piccolo lago che in certi periodi, quando l’acqua è più limpida, assume delle colorazioni suggestive». E nella zona ci sono anche degli acquedotti in pietra, pare di epoca araba. 

Come spesso accade, però, il neo è la scarsa tutela del bene. Problema che si evince anche dalle recensioni lasciate dai turisti su TripAdvisor. Spesso infatti, a fronte di un feedback assolutamente positivo, c’è la controparte della sporcizia e dell’immondizia lungo il sentiero. «Tempo fa – racconta ancora il botanico – un’amministrazione a Corleone aveva tentato di creare un parco fluviale di cui adesso rimane solo qualche cartello che, anche se in maniera un po’ approssimativa, descrive le piante che crescono nell’alveo del fiume, tra cui ci sono anche diverse orchidee. Un tentativo di valorizzazione, che poi però è stato abbandonato».

La mancanza di strutture per favorire le visite turistiche non ha però solo aspetti negativi, il problema è trovare il giusto equilibrio. «Si tratta di un posto immerso nella natura, che quindi ha un suo equilibrio, ma molte persone sporcano eccetera, andrebbe un minimo gestito». Una mancanza di tutela che ha causato non pochi disagi.  «C’è anche un antico mulino che sfruttava la corrente per attivare le macinare il grano, che ai tempi è stato restaurato, ma adesso è abbandonato e vandalizzato – continua Mario Cuppuleri – C’è un contenitore per l’immondizia all’ingresso che spesso è stracolmo e anche il cancello è stato divelto in passato». 

Visitare la cascata delle Due rocche non richiede un particolare impegno agli escursionisti, ma c’è anche un percorso più avventuroso: «Si può risalire il fiume lungo il canyon sopra alla cascata, dove si trova un arco, per salire fino a una distesa di pascoli». Il periodo migliore per visitarla è la primavera e l’autunno. «D’estate, nei periodi più caldi, infatti, la siccità riduce molto il flusso dell’acqua nel fiume, mentre nel periodo di maggiore piena potrebbero esserci dei problemi col fango».

Gabriele Ruggieri

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