Promosso per il contenuto espresso sul campo, bocciato solo dal verdetto finale. Promozione e bocciatura: l’una esclude l’altra ma, nel caso, del Palermo i due esiti convivono nell’elaborato fornito dai rosanero (oggi in maglia bianca) nella gara interna con il Biancavilla valida per il turno preliminare della Coppa Italia di serie D e vinta dagli ospiti ai calci di rigore con il punteggio di 5-3. Il Palermo esce dalla competizione (ecco la bocciatura) ma la prestazione, che avrebbe meritato un epilogo differente, è stata confortante. I rigori sono una lotteria avulsa dal contesto della partita e, ironia della sorte, spesso penalizzano le squadre che hanno dominato nell’arco dei 90 minuti. Al netto di alcuni errori (fatali quelli dal dischetto di Mauri e Crivello) e del dispiacere per l’eliminazione pur sapendo che il campionato resta la priorità, Pergolizzi può essere soddisfatto.
In una partita in cui sono state provate diverse soluzioni in funzione del campionato anche dal punto di vista tattico (il copione oscillava dal 4-3-3 al 4-3-1-2), il tecnico ha ricevuto comunque le risposte che cercava. Contro una squadra rognosa come il Biancavilla, disegnata con il 3-5-2 e abile a chiudere gli spazi, ha avuto più di una conferma. Che il Palermo è composto da tanti giocatori adattabili in più ruoli (concetto valido in ogni reparto) e, soprattutto, che anche coloro che finora hanno avuto meno spazio sono utili alla causa. Elementi come il difensore Peretti o il centrocampista Ambro, schierato come mezzala e anche in qualità di vertice alto di un rombo all’inizio della ripresa, hanno risposto ‘presente’ e certamente avranno altre possibilità per mettersi in mostra. Rispetto alla sfida di campionato con il San Tommaso l’undici iniziale di oggi era diverso per otto undicesimi. Tra le new-entry, sempre in relazione al match contro gli irpini disputato domenica, c’erano anche Mauri e Rizzo Pinna, due profili dai quali era lecito attendersi qualcosa in più. Da rivedere sia il centrocampista centrale, bravo tecnicamente ma a disagio sul piano del dinamismo a causa di un ritmo troppo compassato, sia il jolly offensivo, sostituito subito dopo l’intervallo. Che, a prescindere dalla clamorosa occasione fallita nel primo tempo su assist di Ficarrotta sul parziale di 1-0 per gli etnei, deve ancora migliorare in termini di cinismo e incisività.
E sempre a proposito di feedback ricevuti, Pergolizzi ha capito pure che, come dimostrano i diversi palloni vaganti in area non sfruttati, la squadra avrebbe bisogno di un vice Ricciardo. Oggi si è calato nella parte Santana e lo ha fatto anche bene creando spazi per l’inserimento dei compagni e realizzando al 3’ della ripresa di testa (su cross dall’out sinistro del neo-entrato Martinelli) un gol da vero centravanti. La rete dell’argentino aveva ristabilito la parità dopo lo splendido gol del vantaggio degli ospiti (privi dello squalificato Lucarelli) realizzato al 21’ del primo tempo dal centrocampista Marcellino con un tiro di destro dalla distanza terminato sotto l’incrocio. È destino che, in questo momento, il Palermo debba subire al Barbera gol di pregevole fattura come quello siglato da Tedesco domenica nel match con il San Tommaso. Un allenatore può preparare la gara in un certo modo e impostare un determinato piano d’azione ma spesso capita che circostanze casuali o prodezze del singolo come quella odierna di Marcellino contribuiscano a delineare scenari imprevedibili spiazzando la squadra partita con i favori del pronostico.
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