Cooperative socio-sanitarie, deboli abbadonati e migliaia di posti di lavoro a rischio

Per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi resi dalle cooperative sociali chiesto al Governo regionale l’impegno ad intervenire, in sede di Conferenza Stato-Regioni per adottare iniziative finalizzate al mantenimento dell’Iva al 4 per cento. Su iniziativa di Giovanni Lo Sciuto, parlamentare del PdS/Mpa, è stata deposita all’Assemblea regionale siciliana (Ars), lo scorso 18 luglio, una mozione che impegna il presidente della Regione, Rosario Crocetta, a farsi carico di intervenire presso il Consiglio dei Ministri ed il Parlamento nazionale per l’abrogazione dei commi 488, 489 e 490 dell’articolo 1 della Legge n.228 del 24 dicembre 2012 (legge di stabilità 2013).

La questione sollevata da Lo Sciuto non è di poco conto. Infatti la citata legge di stabilità dispone che, a partire dal 2014 le prestazioni socio-sanitarie erogate dalle cooperative sociali e loro consorzi dovranno applicare la nuova aliquota Iva del 10 per cento, anziché l’odierno 4 per cento.

“Se effettivamente tale aumento, pari al 150 per cento – ha dichiarato Lo Sciuto – dovesse verificarsi, si metterebbero in ginocchio centinaia di cooperative sociali nel settore socio-sanitario ed educativo con l’effetto di una considerevole perdita di posti di lavoro”.

Nella mozione il parlamentare del PdS-Mpa traccia la dimensione del settore. Sono circa 12 mila le cooperative sociali e i loro consorzi che occupano circa 380 mila lavoratori e raggiungono, attraverso i servizi erogati, circa 7 milioni di cittadini. Il 66 per cento del fatturato complessivo del settore proviene dagli Enti pubblici, mentre il 34 per cento direttamente dagli utenti e dalle loro famiglie.

Oggi le cooperative sociali sono in prima linea per fronteggiare le ricadute della crisi sui cittadini ed a garantire il welfare territoriale ed i livelli essenziali di assistenza, investendo su modelli innovativi di gestione dei servizi. Attraverso l’aumento del 150 per cento dell’Iva si attuerebbe, paradossalmente, la sussidiarietà al contrario.

In pratica, un’ulteriore quota di imposizione del 6 per cento del costo dei servizi di welfare resi a persone svantaggiate, affidate dagli Enti locali alle cooperative sociali operanti nel territorio, creerebbe enormi problemi alle cooperative e ai soggetti svantaggiati. Gli effetti, infatti, sarebbero devastanti, penalizzando le fasce più deboli della popolazione.

Lo mozione citata è stata condivisa e firmata anche da: Giovanni Greco (PdS/Mpa), Vincenzo Figuccia (PdS/Mpa), (PdS/Mpa), Giovanni Di Mauro (PdS/Mpa), Giuseppe Federico (PdS/Mpa), Cataldo Fiorenza (PdS/Mpa).

Giuseppe Messina

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