Controlli in locali, topi al Wok & Sushi Sian: «Non è il caso di stare in apprensione»

«Non è che i controlli sono arrivati ora con i blitz. Li facciamo continuamente e quello che emerge è che nella maggior parte dei casi le irregolarità riscontrate non hanno ripercussioni immediate sulla sicurezza degli alimenti». La dottoressa Elena Alonzo, responsabile del Servizio igiene alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionale (Sian) dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, rassicura con queste parole i Catanesi preoccupati dalle notizie e dai risultati dei blitz nei locali etnei delle scorse settimane. Gli ultimi risalgono a ieri e l’altro ieri e riguardano le note trattorie di carne di cavallo di via Plebiscito Da Achille e Davide e Re Carlo V, quattro paninari in piazza Giovanni XXIII e  il ristorante giapponese Wok & Sushi di via D’Amico, posto sotto sequestro per «un’accertata infestazione di ratti».

I controlli, come quelli di fine gennaio e del primo febbraio, sono eseguiti dalla Task-force voluta dal Questore Salvatore Longo, di cui il Sian fa parte. «I recenti controlli hanno fatto notizia perché la questura ha canali più immediati per divulgare i risultati – spiega Alonzo – Mentre la nostra attività viene resa nota a fine anno attraverso i canali ufficiali dopo la trasmissione al ministero della Salute e all’assessorato regionale». Nel 2013 il Sian ha eseguito più di mille controlli a Catania e provincia e raccolto 457 campioni, sottolinea. Per la dottoressa è comunque un bene operare in collaborazione con le forze dell’ordine, perché «oltre al rispetto delle condizioni igienico-sanitarie e la corretta conservazione degli alimenti, si accertano anche l’osservanza delle norme contrattuali in materia di assunzione dei lavoratori e di sicurezza sui luoghi di lavoro», afferma.

Dai controlli degli ultimi due giorni è emerso, infatti, che la Trattoria da Achille e Davide di via Plebiscito occupava abusivamente il suolo pubblico. Ai titolari è stata contestata anche la totale assenza di estintori previsti per legge e la presenza di tre lavoratori che non possedevano una regolare posizione contrattuale. Per quanto riguarda l’aspetto sanitario, l’Asp ha vietato l’uso di un cortile interno, che non risultava nella planimetria del ristorante, dove erano appoggiate frutta e verdure fresche.

Simili le irregolarità riscontrate nella Trattoria Re Carlo V, sempre in via Plebiscito: occupazione abusiva di suolo pubblico, un solo estintore presente all’interno del locale che aveva superato la data di scadenza, due dipendenti non sono stati sottoposti al corso di formazione professionale previsto per legge e due lavoratori non erano regolarizzati. Per quanto riguarda il cibo, sono in corso accertamenti circa la tracciabilità del pesce utilizzato nel locale.

La scoperta peggiore riguarda certamente il ristorante giapponese di via D’Amico, per cui è stata disposta l’immediata sospensione dell’attività e la richiesta di sequestro amministrativo del locale «per un’accertata infestazione da ratti», fanno sapere dalla questura. All’interno della cucina, sono stati sequestrati sei chili di pollo, 14 di calamari e tranci di smeriglio non ben conservati. Anche qui sono state riscontrate irregolarità sulla sicurezza: le vie di uscita del locale non corrispondevano a quanto previsto dalla normativa di legge in materia e una parte della cucina, sita nella zona della somministrazione del cibo, non risultava conforme alla regolamentazione sugli impianti a gas. Inoltre, la titolare del Wok & Sushi è stata denunciata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in quanto tra i lavoratori era presente un cittadino cinese senza permesso di soggiorno per il quale il questore ha disposto l’immediata espulsione dal territorio nazionale.

Per quanto riguarda i quattro camion adibiti alla vendita di panini in piazza Giovanni XXIII sono stati elevati tre verbali per occupazione abusiva di suolo pubblico e riscontrate irregolarità igienico-strutturali solo in uno di loro.

«Tranne che in pochi casi, non si sono trovate irregolarità relative agli alimenti», commenta Alonzo, che al cittadino preoccupato consiglia di giudicare gli esercizi di ristorazione «seguendo la logica che usa nella propria casa». «Fare caso alla pulizia generale del locale, non fidarsi di chi espone gli alimenti all’area aperta, per esempio, anche se non c’è una regola generale», dice la responsabile del Sian. Quello che dovrebbe far stare davvero sereni i cittadini, per lei, è che «non c’è alcuna segnalazione e alcun caso di malattie infettive da alimenti a Catania». «Non è il caso di stare in apprensione. Di fatto si può continuare tranquillamente ad andare a cena fuori», assicura.

Agata Pasqualino

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