Sarà lo Stato a coprire il disavanzo da 750 milioni di euro persi dalla Regione in termini di minori entrate a causa del Covid. Lo annuncia in conferenza stampa l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao l’intesa raggiunta al termine dei negoziati sui tavoli ministeriali. Oltre alla copertura, c’è anche il differimento delle rate di mutuo di ulteriori 13 milioni di euro con il recupero di circa 421 milioni che potranno essere messi a bilancio per il 2021.
«Il nuovo accordo costituisce una manovra che vale 2.161 milioni di euro – dice Armao – composta da una progressiva riduzione di spesa sino al 2029 che va nella direzione già intrapresa dal governo Musumeci e da investimenti. Il ministero ha riconosciuto che il governo regionale sta facendo delle manovre serie, sta tenendo un comportamento rigoroso, lo dicono anche le società di rating che valutano il nostro debito».
«L’accordo distribuisce il risparmio nel decennio tra il 2021 e il 2029 – continua l’assessore – Fondi che non si aggiungono al disavanzo, ma si sovrappongono. Dei 421 milioni che dovremo coprire il primo anno, 40 saranno compensati da risparmi di spese, il secondo anno 80 e così via». E poi c’è la questione della franchigia del dieci per cento sugli obiettivi di riduzione di spesa raggruppati per gruppi: «La possibilità, laddove non si raggiunga il target dei 40 e degli 80 milioni, anno per anno, di conseguire l’obiettivo purché si raggiunga la soglia del 90 per cento».
Il governo regionale, comunque, avrà degli obblighi serrati. Su tutti la «liquidazione delle partecipate e degli enti in via di dismissione – prosegue ancora Armao – Lo abbiamo già fatto ipotizzando e poi definendo il passaggio di Riscossione Sicilia allo Stato, poi c’è l’accorpamento di Resais e Sas e la concentrazione tra Sicilia Digitale, la società degli interporti e il parco scientifico tecnologico. L’obiettivo è alla portata. Servirà, inoltre, la riduzione progressiva dei trasferimenti all’Ars, d’intesa col parlamento. Bisognerà incidere migliorando la spesa per il personale tenendo presente che andiamo verso un incremento dello smart working, con costi ridotti nella gestione dell’ambiente, nei buoni pasto, nelle emissioni».
E, infine, c’è il turnover «che ci è stato limitato soltanto al comparto e non alla dirigenza, dove abbiamo un’alta concentrazione di personale ed è necessario tornare all’equilibrio nazionale. Bisognerà negoziare con il sindacato – dice Armao – ma sarà un’importante riorganizzazione. Abbiamo ridotto il debito di quasi un miliardo rispetto agli otto che abbiamo rinvenuto e faremo importanti interventi nel settore degli oneri finanziari». L’accordo sarà sottoposto poi a un tavolo di confronto con il governo nazionale. Tra le novità più significative e difficili da mantenere c’è quella che riguarda il bilancio: «Un’intesa che preclude la possibilità di allungare l’esercizio provvisorio e ci impone così di approvare il bilancio entro febbraio, in modo da potere affrontare da marzo l’anno con un piano già operativo».
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