Alla fine della conferenza stampa di presentazione delle elezioni per il rinnovo della Consulta delle culture – previste per il 24 giugno – due membri uscenti di quello che il sindaco ha definito il quarto organo rappresentativo di Palermo hanno un piccolo battibecco. Un altro candidato li riprende con tono di rimprovero, ma viene subito fermato da un quarto consigliere che gli dice: «Questo è confronto, è la base della vita politica». Un segnale, pur piccolo, di quanto questa istituzione, nata appena cinque anni fa, venga presa sul serio da chi la compone.
Mancano i due presidenti che si sono alternati in questa prima legislatura, Adam Darawsha e Delfina Nunes, non si ricandideranno, ma sono in tanti a partecipare all’incontro preparatorio per la tenzone elettorale, rinviata più volte per intoppi burocratici. «Abbiamo cercato in tutti i modi di facilitare e promuovere la partecipazione a questa competizione elettorale – spiega il sindaco Leoluca Orlando – A un certo momento confesso che c’era la sensazione che un altro rinvio avrebbe potuto mettere a rischio la stessa Consulta».
Il problema principale è quello legato al recapito dei certificati elettorali nei domicili degli elettori, tema di cui si è anche discusso, con il rappresentante dell’area Africa Occidentale che ha lamentato i disguidi nella raccolta delle firme: «La cancellazione di residenza – dice – non viene comunicata all’immigrato e la questura non collabora con l’ufficio anagrafe per i dati dei migranti». Per questo il Comune terrà aperti i propri uffici anche il sabato e la domenica, per consentire agli elettori di richiedere i documenti necessari per votare.
«Si tratta di un momento importante che riguarda l’ordinarietà della vita, non le emergenze – dice l’assessore alla Cittadinanza sociale Giuseppe Mattina – Stiamo parlando di persone che vivono in questa città, che sono palermitane e che hanno il diritto di esprimere e dare indicazioni sulla vita della nostra città, che riguarda tutti quelli che ci vivono. Tutti hanno il diritto di lavorare, essere coinvolti e fare presenti quali sono le cose importanti su cui intervenire. È importante ridare alla Consulta il suo significato originario, quello di un luogo che è segno forte di integrazione e di partecipazione di tutti i cittadini». E per fare ciò gli uffici comunali si stanno impegnando a modificare il regolamento, intervenendo laddove sono stati riscontrati punti di flesso, specie in ambito elettorale.
Saranno dieci i plessi scolastici aperti nelle varie zone della città per consentire le operazioni di voto. Ventisei candidati, otto dei quali sono consiglieri uscenti, in rappresentanza delle varie aree del mondo si contenderanno 20 posti disponibili. E Orlando non perde l’occasione di lanciare una provocazione al governo nazionale. «Inviteremo Salvini a partecipare a un incontro come questo perché possa vedere cosa significa la ricchezza del vivere insieme e della partecipazione». Plauso anche da parte di Igor Gelarda, consigliere d’opposizione tra le fila del M5s. «Vi state prendendo un impegno civico importantissimo – dice, rivolgendosi ai candidati – In tante occasioni con il sindaco ci troviamo su linee distanti, ma questa non è una di quelle. La consulta deve aprire un dialogo con tutti perché soltanto se conosco quello che ho accanto posso amarlo e quello che ho accanto può amare me, rispettare le mie leggi, solo se conosce me».
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