Sono giorni di fibrillazione per i lavoratori a tempo determinato dei Consorzi di bonifica in Sicilia. Una truppa di persone, circa 900, assunte nel corso degli anni con contratti a giorni, che vanno da un minimo di 78 a un massimo di 151. Da ieri alcune rappresentanze si trovano in presidio davanti le sedi degli uffici di Palermo, Ragusa e Catania. L’obiettivo è chiedere l’attuazione di una legge regionale risalente al 15 aprile dello scorso anno. Un testo rimasto solo sulla carta che prevede l’attuazione di un turnover del personale per procedere al riempimento di posti rimasti vacanti nel corso del tempo. «Per riuscirci basterebbe predisporre delle graduatorie. In questo modo, si coprirebbe il 50 per cento dei posti pari a circa 250 unità», spiega a MeridioNews Ernesto Abate, segretario del sindacato Sifus Confali.
Una delegazione ieri ha incontrato i dirigenti regionali dell’assessorato all’Agricoltura Mario Candore e Fabrizio Viola. Le interlocuzioni, secondo quanto trapelato, proseguiranno anche oggi. «Attuando questa legge – continua Abate – alcuni lavoratori potranno passare a tempo indeterminato, tuttavia si trovano imbrigliati da una tecnocrazia che non da tregua e gli uffici, che hanno bisogno di personale, non riescono a dare i giusti aiuti al mondo dell’agricoltura». Il nodo della vicenda a quanto pare è proprio quella della graduatoria. Già fatta, almeno in una prima versione, ma su cui pende la necessità di fare alcuni aggiornamenti. Una situazione di stasi in cui si inserisce anche la questione della riforma dei consorzi stessi. Annunciata nel 2019 dal presidente della Regione Nello Musumeci, dopo un’attesa di 24 anni. La nuova organizzazione prevede, anziché undici consorzi, un ente unico, articolato in quattro comprensori territoriali.
«La riforma è stata approvata in terza commissione Attività produttive nel 2021 – spiega Abate – Poi è passata in commissione Bilancio, in cui sono state riscontrate anomalie costituzionali, e quindi è ritornata indietro». A metà gennaio la terza commissione ha dato il disco verde, approvando il disegno di legge che adesso dovrà affrontare il verdetto dell’assemblea regionale. Un passaggio non proprio celere. «Bisognerà calendarizzare la discussione – aggiunge Abate – Poi ci saranno gli emendamenti e l’approvazione degli articoli». Quanto tempo ci vorrà? «Vedendo l’attività politica del governo Musumeci difficilmente entro aprile verrà approvata. Se il governo tiene, a maggio si entrerà nel cosiddetto semestre bianco che precede il voto». A conti fatti, potrebbe slittare tutto alla prossima legislatura.
«L’unica soluzione per permettere il raggiungimento di un obiettivo dignitoso per agricoltori e lavoratori – conclude Abate – è la predisposizione di queste graduatorie. Consideriamo anche che da tre mesi non piove e si è costretti a rifornirsi dai privati perché il consorzio non riesce a fare fronte alle richieste». Nei mesi scorsi, proprio gli uffici dei consorzi siciliani erano finiti nel mirino delle critiche dopo la sonora bocciatura dei progetti presentati dalla Regione per accedere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I presidi intanto continueranno anche oggi, giornata in cui potrebbe esserci un faccia a faccia con il dirigente Viola.
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