Quasi due ore per discutere della riqualificazione delle aree ospedaliere dismesse nella città di Catania. L’occasione è un Consiglio comunale straordinario richiesto dal sindaco etneo Salvo Pogliese e convocato nella mattinata di oggi. Il tema, ormai da mesi, tiene banco in città, specie dopo la presentazione, avvenuta a fine gennaio, della proposta progettuale, ideata dallo studio dell’architetto Giuseppe Scannella, che riguarderà l’ex ospedale Santa Marta di Villermosa, nel quartiere Antico corso.
A essere demolita sarà la parte del complesso costruita negli anni ’70, mentre quella settecentesca sarà recuperata attraverso un restauro. Al posto dell’edificio sorgerà una piazza costeggiata da un colonnato di 14 metri. «Ci siamo sempre confrontati su qualsiasi dossier, facendo tesoro di idee e critiche», dice Pogliese rimandando ai mittenti le accuse di una decisione calata dall’alto.
«Abbiamo apprezzato il progetto – prosegue il sindaco – ma abbiamo anche chiesto all’architetto Scannella di immaginare un’altra idea senza il colonnato. Questo voglio rimarcarlo con chiarezza». Di questo dettaglio si riparlerà però quando la demolizione sarà terminata. «Sceglieremo l’idea più coerente rispetto all’area, con la possibilità di dare a quel pezzo di città una zona a verde». Altro nodo è il futuro dell’ormai ex ospedale Vittorio Emanuele, lungo via Plebiscito. Per il primo cittadino l’idea vincente è quella di un binomio tra museo dell’Etna e campus universitario. Il sindaco però, in mezzo a decine di ringraziamenti al presidente della Regione Nello Musumeci, precisa che non c’è nessuna idea di privatizzare la rete museale cittadina. «Questa amministrazione agisce con una certa ipocrisia di fondo – incalza il consigliere Giovanni Grasso del movimento 24 aprile – Si è operato senza tenere conto degli umori della città. Prima bisogna capire la destinazione museale e turistica di Catania e per questo trovo pericoloso anteporre la privatizzazione dei servizi».
«Quella parte di città avrà eccezionali ricadute economiche grazie alla presenza stabile di migliaia di studenti», spiega Pogliese riferendosi agli alloggi. «In quell’area, inoltre – aggiunge – ci saranno tre fermate della metropolitana e quindi sarà una zona facilmente fruibile». Tra i più critici Graziano Bonaccorsi (Movimento 5 stelle) e Lanfranco Zappalà. «Ci stiamo concentrando su delle aree della città già sature di cemento», dice collegato in videoconferenza l’esponente pentastellato. «Il confronto di oggi è già morto – incalza Zappalà – perché la Regione aveva le sue idee da portare avanti, ecco perché questo dibattito doveva avvenire prima».
Accuse rimandate al mittente dall’assessore alle Infrastrutture Enrico Trantino, ultimo a intervenire in aula. «Il consiglio comunale è stato già coinvolto con l’approvazione delle linee guida sul piano regolatore», spiega ritornando su un passaggio già sottolineato dal sindaco durante il suo intervento. «La Regione non ha fatto altro che dare voce a quello che voi che avete deciso – continua – Cerchiamo quindi di non mistificare rispetto a qualche decisione in una città che ha avuto la fontana del tondo Gioeni come l’opera principale degli ultimi anni».
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