Rinviata ancora una volta la votazione al consiglio comunale di Catania sul bilancio consuntivo 2011. «Il collegio dei revisori dei conti ha richiesto un po più di tempo», riferisce il presidente dell’assemblea Marco Consoli. Si dovrà quindi attendere almeno la settimana prossima per vedere se, dopo tanto tempo e altrettante polemiche, il consuntivo 2011 arriverà finalmente al voto dei consiglieri.
Ma la seduta non è si è svolta a vuoto. E’ stata approvata infatti ieri la variante al piano regolatore che permette allazienda ospedaliera Garibaldi la costruzione di due nuovi padiglioni a Nesima. Uno sarà destinato ad uffici amministrativi, laltro a una nuova unità per il pronto soccorso. Non sono mancate, però, le polemiche per la destinazione duso dei terreni e per la futura chiusura del pronto soccorso del Garibaldi vecchio. Con 14 voti favorevoli, nove astenuti e un contrario è stato quindi dato parere positivo all’applicazione dell’articolo dell’apposita legge regionale, secondo cui le opere di rilevante interesse pubblico che abbiano esigenze in contrasto con le prescrizioni degli strumenti urbanistici possono essere comunque autorizzate dallassessore regionale per il Territorio e lAmbiente.
Ma non tutti i consiglieri catanesi la pensano allo stesso modo e anche l’opposizione si è spaccata. Il gruppo del Pd ha votato a favore. «Dobbiamo chiederci se vogliamo un pronto soccorso in più in quella zona oppure no. La risposta non può essere che positiva», afferma Rosario DAgata, capogruppo dei democratici. Il voto di questi si è quindi aggiunto a quello della maggioranza. «Il progetto è già stato approvato dalla Regione, per cui non abbiamo competenza per una valutazione di validità», dichiara Carmencita Santagati, assessore allEcologia e ambiente.
Non proprio chiaro però è il processo che ha portato alla decisione. «Ci sono così tanti chiarimenti da fare che non possiamo che astenerci», dice Manfredi Zammataro de La Destra. A cominciare dalla proprietà degli spazi in cui dovrebbero sorgere i nuovi edifici. Ci sono voluti circa 40 minuti ieri sera in consiglio affinché lamministrazione chiarisse che sono già di proprietà dellazienda ospedaliera dalla scorsa estate. Appezzamenti venduti proprio dall’amministrazione comunale. «Perché questi terreni sono stati venduti come agricoli e solo adesso si vogliono fare diventare edificabili? Non si poteva farlo prima per venderli a un prezzo più alto?» chiede polemicamente Francesco Navarria del gruppo misto. Di atto di responsabilità parla invece Carmencita Santagati. «Si tratta di unopera di pubblico interesse, quindi la Regione avrebbe anche potuto prevedere un esproprio. Laverlo venduto prima significa, invece, essere riusciti a ricavarne qualcosa e questo mi sembra un atto responsabile», conclude.
Oltre alla controversia in merito all’edificabilità dei terreni e alla possibilità – inesistente per alcuni e mancata per altri – di guadagnare di più dalla loro vendita, al centro del dibattito anche la possibilità di perdere un ospedale con pronto soccorso al centro della città. Secondo quanto si legge sulla delibera comunale: «Il nuovo modello organizzativo dellazienda ospedaliera Garibaldi di Catania è basato su un unico polo ospedaliero e pertanto, tale modello, comporta la necessità di ampliare lattuale presidio». Il vecchio Garibaldi di piazza Santa Maria di Gesù verrà quindi dismesso. Lunico ospedale con pronto soccorso che rimarrà al centro città sarà il Vittorio Emanuele. «Un ottimo centro efficiente e di alta specializzazione, ricordo ai colleghi e anche a me stesso», afferma il consigliere Alessandro Porto dellMpa.
Non un pronto soccorso in più quello approvato ieri sera in consiglio dunque, ma la sostituzione di uno già esistente. E non solo. Lo stesso presidio del Vittorio Emanuele è a rischio. «Bisogna dirlo ai cittadini che verranno privati del pronto soccorso di piazza Santa Maria di Gesù sintetizza Navarria – Rimarrà solo il Vittorio, ma fino a quando? Dovrebbe essere chiuso con lapprovazione del piano regolatore generale e lapertura dellospedale San Marco a Librino», conclude.
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