«La seduta è rinviata alle ore 18». Erano in centinaia per assistere al Consiglio comunale che dovrà decidere dei destini delle società partecipate del Comune di Catania e del Bilancio di rendiconto per l’anno 2011. L’atto, secondo quanto stabilito dalla Corte dei conti regionale, è da approvare entro il 20 novembre. Sono le 14.40 e la seduta, già stata rinviata dalle 13, dura appena pochi minuti. E agli attivisti è stato vietato dai vigili urbani perché «ci sono solo 50 pass a disposizione per assistere, siete in troppi».
«Noi eravamo muniti di pass, denunceremo questo comportamento», dichiara però Sara Giorlando assieme a molti altri attivisti del Forum Catanese acqua bene comune. E come lei, in attesa ci sono anche una cinquantina di lavoratori della Multiservizi, la società partecipata che più di tutte sarà colpita dal piano per la vendita delle quote comunali delle società partecipate. «Il Consiglio è stato rinviato per consentire l’esame dei vari emendamenti presentati dai consiglieri», riferisce Antonio Pantellaro, dipendente della Multiservizi, uno dei pochi che è riuscito ad accedere alla seduta. «Ma torneremo alle 18, a noi interessa che, come previsto dalla legge, ci sia data proroga ai contratti fino a dicembre 2013», spiega il lavoratore.
Ma il caos provocato dal numero esiguo di pass è continuato anche nel pomeriggio, con numerosissime richieste da smaltire per il servizio d’ordine dei Vigili urbani e una folla inquieta radunata nel cortile interno di palazzo degli Elefanti. Alla fine si decide di rilasciare dei permessi ad hoc per assistere a una seduta che parte già con un’ora di ritardo.
La situazione debitoria della Multiservizi e delle altre società partecipate è talmente grave che, se non venisse sanata, «i libri contabili dovrebbero andare in tribunale», come dichiarato dal vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi nelle scorse settimane. Eppure, secondo i membri del Forum per l’acqua, «la svendita delle società non porterà nessun vantaggio per i cittadini», dice Danilo Pulvirenti. «Il piano è molto complesso», afferma invece Mirko Viola, coordinatore di Cittàinsieme Giovani «ma è evidente, come sottolineato in queste settimane dal Forum dell’Acqua, che manca un chiaro piano economico. Ci occuperemo presto della vicenda in una assemblea pubblica», promette il giovane attivista.
Ancor più grave, per Sara Giorlando, è però la volontà di dismettere il 50 per cento a privati delle quote comunali Sidra, società che gestisce il servizio di fornitura idrica nel Comune di Catania. Secondo Giorlando «la cessione della Sidra è in aperto contrasto con il voto di 27 milioni di italiani nel referendum contro la privatizzazione dell’acqua dello scorso anno. Senza contare che, secondo la legge Galli, tra poco tempo la Sidra dovrebbe passare in gestione all’Ato acque», conclude l’attivista. L’appuntamento, in Consiglio, è quindi rimandato a questa serata che si preannuncia lunga. Dove gli attivisti prevedono già di «fare nottata».
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