Un’auto di lusso, una villa a Noto (nel Siracusano) e un’impresa edile. Sono questi i beni, per un valore complessivo di oltre 300mila euro, confiscati a un pregiudicato netino di 46 anni che si trova già detenuto in carcere perché ritenuto affiliato da circa 25 anni al clan mafioso dei Trigila-Pinnintula. Da anni oramai, l’uomo si sarebbe improvvisato imprenditore nel settore edile e, nel mese di luglio del 2018, era stato arrestato in flagranza di reato dalla squadra mobile di Siracusa: in casa sua gli agenti avevano trovato quattro pistole e munizionamento comune e da guerra, 640 grammi di cocaina (per un valore di oltre 100mila euro) e materiale per il confezionamento.
Inoltre, sempre nel luglio del 2018, l’uomo era stato raggiunto da un’altra misura cautelare scaturita nell’ambito dell’operazione denominata Araba Fenice, insieme ad altre 18 persone accusate, a vario titolo, dei associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata a estorsioni, incendi, furti pluriaggravati e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, al 46enne era stato contestato il reato di estorsione continuata e tentata aggravata dall’avere agito avvalendosi delle condizioni previste dal metodo mafioso.
Le indagini patrimoniali a suo carico hanno consentito di accertare l’assoluta sproporzione tra i redditi e le entrate ufficiali riferibili al suo nucleo familiare, rispetto all’effettivo patrimonio immobiliare, mobiliare e imprenditoriale di cui si è accertata la disponibilità. La confisca ha riguardato un’auto di lusso marca Audi modello Q5, una villa e un terreno nella zona periferica di Noto e il cento per cento delle quote societarie di un’impresa edile, per un valore complessivo di oltre 300mila euro.
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