Concerto neomelodico organizzato da due estorsori Parroco: «Non chiedo precedenti a chi vuole ospitalità»

Nel campetto annesso alla parrocchia Bosco Minniti di Siracusa, sabato sera, si è tenuto un concerto di musica neomelodica. A organizzarlo sono stati Concetto Garofalo, condannato a otto anni e che stava scontando ai domiciliari, e il suo giovane figlio Sebastiano, anche lui già condannato a tre anni. Per entrambi il reato è quello di estorsione ai danni di alcuni commercianti locali, fra cui anche l’imprenditore b che, dopo aver denunciato, è entrato nel sistema di protezione per i testimoni di giustizia e, attualmente, si trova in una località segreta.

Il cantante che si è esibito è stato Daniele De Martino, rapper palermitano del Borgo Vecchio, noto per la sua canzone dedicata a un violento rapinatore detto O’ spara spara. «La notizia di quanto stava per accadere a Siracusa l’ho data io alla prefettura venerdì pomeriggio – spiega a Meridionews Davide Mattiello, deputato torinese del Pd  e membro della commissione parlamentare antimafia – subito dopo essere stato informato da persone con cui collaboro e con cui ho un rapporto fiduciario».

Il concerto si è comunque tenuto. Dal Comune fanno sapere di non essere in alcun modo coinvolti nella vicenda, perché non hanno rilasciato nessuna autorizzazione per l’evento. Diversa la posizione della questura. «Dopo una attenta valutazione, abbiamo scelto di non bloccare la manifestazione – dichiara Rosalba Stramandino, capo della Squadra mobile di Siracusa – ma di monitorarla per esigenze investigative concordate con l’autorità giudiziaria. Adesso le indagini sono in corso e verranno fatti tutti i necessari approfondimenti investigativi a partire dal fatto – aggiunge – che non è stata richiesta nessuna autorizzazione né è stata data alcuna comunicazione di preavviso dello svolgimento di questa serata ». Intanto, ieri sera, Concetto Garofalo è stato trasferito in carcere per aver violato in più occasioni la misura restrittiva degli arresti domiciliari.

Una di queste volte è stata proprio sabato sera, in occasione del concerto organizzato nel campetto sportivo della parrocchia di Bosco Minniti. «Sono tante le persone che richiedono i locali parrocchiali per fare manifestazioni di vario tipo e io li do sempre con la massima disponibilità e gratuitamente – si difende padre Carlo D’Antoni, parroco di Bosco Minniti che nella sua chiesa da tempo accoglie i migranti – perché credo che la parrocchia debba promuovere e incoraggiare tutto ciò che porta allegria nel nostro quartiere periferico. Quando sono venuti gli organizzatori di questa serata, che io conoscevo solo di vista – precisa padre Carlo – non ho avuto nessun tipo di sospetto sul senso dell’iniziativa e mi sono comportato come ho sempre fatto. Del resto – ironizza – sarebbe ridicolo chiedere la fedina penale a chiunque mi domanda ospitalità in parrocchia per eventi di qualsiasi tipo. Chiaramente – conclude il parroco che non era presente la sera della manifestazione – se avessi saputo chi erano le persone che organizzavano questo evento e chi era il cantante, sicuramente avrei rifiutato di dare la disponibilità dei locali parrocchiali».

E così, mentre in molti altre parti d’Italia, sabato 3 settembre è stata una occasione per ricordare l’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, a Siracusa «come è stato possibile – si chiede ancora il deputato Pd – che soggetti conosciuti per la loro storia criminale siano riusciti a organizzare un evento dall’alto valore simbolico, fondamentale per mantenere il consenso sociale sul territorio?».

Nessuna comunicazione, nessuna autorizzazione, eppure la serata è stata organizzata con tanto di locandine, sbigliettamento e gente che ha pagato per entrare. «Io – continua Mattiello – temo che sia successo qualcosa perché, come si può vedere dalla prima locandina, all’inizio il concerto era previsto al campo sportivo, ma poi è stato dirottato nel campetto di questa parrocchia. Fra l’altro la rettifica è comparsa anche su un post di Facebook in cui una signora scrive: “Grazie ai soliti rompicoglioni non possiamo più fare il concerto al campo sportivo, ma lo facciamo a Bosco Minniti”. E allora – conclude – qualcuno lo sapeva che si stava organizzando questo evento e se poi verrà fuori che questo concerto invece era stato autorizzato ed era tutto in regola, allora questo sarebbe un aggravante».

Marta Silvestre

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