Quello del rimborso degli stipendi agli amministratori dei Comuni e delle Province è un tema serio (in realtà, sono le aziende presso le quali lavorano i consiglieri comunali e provinciali che ricevono i rimborsi da Comuni e Province e poi li girano ai consiglieri comunali e provinciali). Una vicenda che non può essere liquidata con una battuta.
Un consigliere provinciale o comunale (soprattutto di Comuni grandi o medi) è impegnato tutti i giorni. Giusto che lamministrazione pubblica rimborsi lo stipendio allazienda dal quale il consigliere proviene.
Se così non fosse, il ruolo di consigliere comunale potrebbe essere occupato solo dai ricchi. Per un motivo semplice: perché nessuna impresa vuole pagare un proprio dipendente che, se impegnato a svolgere il ruolo di consigliere comunale o provinciale, non si reca mai a lavorare nella propria azienda.
In passato, in realtà, non era così. E si trovava una soluzione di compromesso: il consigliere comunale trovava il modo di lavorare e lazienda chiudeva un occhio. Poi si è deciso di approvare una legge per mettere a carico della pubblica amministrazione (Comune o Provincia) il costo del dipendente-consigliere comunale o provinciale che non va mai al lavoro perché sempre impegnato al Comune o alla Provincia.
Passi questa legge. Quello che non può passare è quanto denuncia lonorevole Marco Falcone: e cioè che un consigliere comunale, magari disoccupato, si fa assumere, dopo lelezione, da unazienda privata con il grado di dirigente. Scaricando sulla collettività un costo improprio (laggettivo, in realtà, sarebbe un altro ).
Cogliamo loccasione per porre un tema. Ai consiglieri comunali e a quelli provinciali spetta anche il rimborso legato allattività di consigliere comunale.
Domanda: ma chi già percepisce lo stipendio dellazienda di provenienza (stipendio che è a carico del Comune e della Provincia) cumula il suddetto stipendio con lindennità di consigliere comunale?
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