Comune, scompare gruppo consiliare di Forza Italia Destra catanese perde pezzi in vista delle regionali

All’indomani dei risultati elettorali che, come come si è visto in provincia di Catania, hanno premiato le liste civiche legate al centro-destra, una nuova frattura spacca il già frastagliato universo della destra catanese. Il gruppo consiliare di Forza Italia perde infatti uno dei suoi tre consiglieri, il chirurgo del Garibaldi Francesco Saglimbene, che che insieme a Manlio Messina e Ludovico Balsamo ha dato vita a Fratelli d’Italia-An anche a Palazzo degli elefanti. E lasciando da soli Francesco Pellegrino e Santi Bosco che restano orfani del gruppo, sciolto per assenza del numero minimo. Un cambio di casacca che, oltre ad aver creato malumori tra gli ex colleghi consiglieri, sembrerebbe aver creato non pochi mal di pancia tra i referenti regionali del partito del Cavaliere. 

L’arrivo nella formazione di Giorgia Meloni era stata salutato invece con entusiasmo dal coordinatore provinciale del movimento, Manlio Messina, che spiegava in una nota di aver conquistato terreno all’interno dello scenario etneo: «Saglimbene è stato il più votato del Pdl quattro anni fa, e questo ci inorgoglisce – scriveva il consigliere – Si vede che Fratelli d’Italia ha un appeal nelle persone che credono in progetti particolari. Su Catania, che è la nona città di Italia, mettiamo una bandierina importante. È un ritorno in questo palazzo dove c’è sempre stata An, e dove la destra catanese ha sempre avuto importanti risultati e da questo vogliamo ripartire». 

Un passato che però si perde nelle maglie del tempo, quello evocato da Messina, perché all’indomani della sconfitta di Raffaele Stancanelli e in seguito all’uscita di scena di Raffaele Lombardo, quello che ha caratterizzato l‘area conservatrice della politica catanese è stata una progressiva e quasi insanabile frammentazione. Dimostrata, negli anni, dall’assenza di un dialogo comune, e da una guerra pilotata a distanza dalle segreterie di alcuni singoli, come Vincenzo Gibiino, Salvo Pogliese, Basilio Catanoso e Pippo Arcidiacono, sul versante Forza Italia, e su sporadici interventi sui giornali di vecchi amministratori, appartenenti all’esperienza dell’ex primo cittadino

In Consiglio comunale, in particolar modo, le diverse anime della destra, da Grande Catania, Forza Italia e ora Fratelli d’Italia, a parte sporadici episodi come la campagna a sostegno dei commercianti di Corso Sicilia, sembrerebbero operare in un regime di sostanziale mutismo reciproco. Ma soprattutto, come raccontano dall’interno, con un metodo che garantirebbe poco spazio alle ambizioni personali. Potrebbe spiegarsi infatti così, secondo alcuni, il passaggio di Saglimbene, bloccato dai big azzurri per eventuali aspirazioni regionali e rassicurato invece dalla formazione guidata, a Catania, da Messina. «Cambio sede ma la sostanza è sempre quella – spiega Saglimbene nello stesso comunicato per la stampa – una linearità nei comportamenti nell’area di centrodestra. Mi spiace per il gruppo di Forza Italia che si scioglie e ringrazio i colleghi che mi sono stati accanto, ma si apre una nuova strada». 

Tuttavia, come conferma a MeridioNews il coordinatore provinciale di Forza Italia, Pippo Arcidiacono, proprio a lui era stato chiesto di candidarsi alle prossime elezioni per il rinnovo dell’assemblea regionale. «La scelta che ha fatto il mio collega Saglimbene è legata ai suoi programmi politici – chiarisce il medico catanese –  Noi tuttavia stiamo portando avanti una logica di svecchiamento, vogliamo dare spazio ai giovani, e forse lui non si è ritrovato. Siamo contenti del lavoro svolto fino a oggi e gli auguriamo un futuro roseo, speriamo però che abbia fatto la scelta giusta», aggiunge lasciando il beneficio del dubbio. Sulla presunta assenza di movimento all’interno del partito, Arcidiacono chiarisce inoltre: «Noi abbiamo spazio per tutti, però se chi cerca spazio prova anche a fare adepti che possano supportare questo o quel nome, creando delle correnti, allora forse è meglio che lo faccia fuori da qui. In Forza Italia ognuno deve fare strada da sé». Per quanto riguarda un possibile futuro a Palermo, il coordinatore conclude: «Io stesso gli avevo chiesto di candidarsi, non sono queste le ragioni, forse è stato attratto da sirene che non saprei individuare». 

«Se lui avesse voluto esprimersi alle regionali, cosa che non credo, una candidatura l’avrebbe ottenuta da tutte le parti – aggiunge infine Manlio Messina – Chiaramente se qualcuno fa il passaggio da un partito all’altro qualcosa che non va ci deve essere, forse problemi di spazi, di coinvolgimento all’interno dei momenti decisionali, ma non credo si tratti di volere qualcosa. Spero che altri colleghi facciano questa stessa scelta, cosa che potrebbe avvenire».

Mattia S. Gangi

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