Tutti ne parlano, pochi conoscono davvero la situazione. E’ il buco di bilancio del Comune di Catania il vero protagonista della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative del 9 e 10 giugno. Dopo i turbolenti mesi di fine 2012, la scelta di non cedere al dissesto e di aderire alla possibilità offerta dall’allora governo di Mario Monti di spalmare i debiti in più anni – accedendo al fondo di rotazione regionale – avevano fatto tirare un sospiro di sollievo all’amministrazione uscente, guidata dal sindaco, oggi ricandidatosi, Raffaele Stancanelli. Eppure le procedure per salvare la città dal tracollo finanziario sono ancora ferme sul tavolo del ministero dell’Interno e il loro destino non è ancora chiaro.
Dopo aver scongiurato il default e l’arrivo in città di un commissario, per il Comune di Catania a dicembre 2012 è cominciato l’iter burocratico per rendere concreto il tanto sudato – e contestato – piano di rientro pluriennale. Una strada burocratica percorsa insieme a tanti Comuni siciliani e non solo. Alcuni tra questi risultano già nella lista di amministrazioni ammesse alla prima tornata del piano. Altri, come Catania e Napoli, avrebbero invece dovuto attendere il secondo turno. Che però cade sotto un nuovo governo, retto da Enrico Letta, e non troppo favorevole alle misure introdotte dal predecessore Monti. Il nuovo ministero prende quindi tempo. Dopo la richiesta di informazioni sui ritardi da parte dei revisori dei conti etnei, la sintetica risposta via email del Viminale fa sapere che «il piano di rientro del Comune di Catania è ancora in fase istruttoria in commissione per ulteriori controlli».
Un blocco che potrebbe fomentare la polemica tra i due principali candidati in corsa per la poltrona di primo cittadino etneo. «Noi abbiamo salvato due volte Catania, prendendola da una situazione disastrosa, prima dal dissesto e poi aderendo al fondo di rotazione. Catania è sana e non rischia nulla», diceva dal palco Stancanelli, a marzo, durante la presentazione della sua candidatura. Una posizione confermata anche oggi, dopo la notizia che arriva dal Viminale: «Sono sicuro che non ci saranno problemi, perché abbiamo fatto tutto in modo corretto». «Le delibere per il predissesto, che erano davvero urgenti, le ha lasciate alla prossima amministrazione, convinto che la responsabilità delle aliquote al massimo non sarà la sua», rispondeva già Bianco da un altro palco. Dal canto suo, l’amministrazione uscente ha presentato tutta la documentazione necessaria, ma si aspetta una risposta da Roma. Risposta che potrebbe toccare proprio al prossimo sindaco.
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