Comune di Paternò a rischio fallimento Il sindaco: «La situazione è complicata»

Un forte rischio fallimento con una situazione che preoccupa su tutti il sindaco Mauro Mangano, soprattutto dopo le ultime vicende che potrebbero intaccare le già traballanti casse comunali. Il riferimento è alla recente sentenza definitiva che condanna l’ente a pagare circa un milione e trecentomila euro di stipendi arretrati dal 2002 al 2007 a carico di dieci ex lavoratori del dopo scuola che hanno fatto causa al Comune. A questo si aggiunge il dimezzamento dell’aliquota Irpef che provocherà un minore introito di 750mila euro e infine i circa 900mila euro in meno da parte del governo regionale nell’ambito dei trasferimenti agli enti locali. In pratica, per chiudere il bilancio di previsione, gli uffici comunali devonno trovare subito circa tre milioni di euro senza escludere che anche da Roma potrebbero esserci dei tagli ulteriori.

Per sopperire alla vicenda degli ex lavoratori, il sindaco si è detto favorevole a un incontro con i loro rappresentanti per trovare un accordo. La proposta potrebbe essere quella di spalmare negli anni la somma: «Ci troviamo in difficoltà – spiega Mangano -. Non sappiamo come fare perché prima, nonostante la presenza dell’addizionale all’otto per mille, avevamo delle difficoltà per il bilancio. Adesso invece la situazione si è ancora più complicata. Il pagamento di queste somme significa fallimento del Comune. Denunceremo alla Corte dei Conti il danno che stiamo subendo – conclude – ma chiedo al consiglio stesso di trovare insieme una soluzione». 

La vicenda del dimezzamento del’Irpef rappresenta anche una sorta di sconfitta politica per il sindaco: battuto ancora una volta dalla minoranza che adesso è diventata maggioranza relativa. «Una vera e propria disfatta – afferma Ezio Mannino, consigliere comunale d’opposizione -. Abbiamo dimostrato come questa compagine amministrativa non possieda la capacità di governare la città, non riesce a comprimere la spesa e a incrementare le entrate con il potenziamento dei servizi come le strisce blu, i servizi cimiteriali, i passi carrabili, il piano della pubblicità. Ma riesce invece a consolidare la piena incapacità ad attingere ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei. Le dimissioni da parte di Mangano rappresenterebbero un atto di amore verso la propria città ormai troppo martoriata». 

Parole dure anche da parte di Giancarlo Ciatto, ex capogruppo del Pd passato all’opposizione: «In un Comune a rischio fallimento, come il sindaco sostiene, si sono fatti non appena sei mesi fa emendamenti per 690mila euro tutti destinati a spese superflue». Nell’elenco del consigliere comunale finiscono «53mila euro in spese natalizie, 23mila per il carnevale, 18mila euro per i cantastorie, duemila euro per finanziare iniziative di persone vicine a qualche consigliere, 307mila euro in dubbie transazioni. In ogni caso, rispediamo al mittente le velate minacce di far ricorso alla Corte dei conti nei confronti di quei consiglieri comunali che hanno giustamente voluto diminuire la pressione fiscale». 

Ma sull’elenco delle «spese superflue» arriva secca la replica dell’assessora alla Cultura Valentina Campisano: «Duole constatare che in tempi di magra le prime spese che vengono considerate come sprechi sono proprio quelle destinate alla cultura. In considerazione delle scelte politiche prese da alcuni consiglieri comunali, sarà sempre più difficile assicurare una programmazione culturale degna di una città come Paternò. Tuttavia – conclude Campisano – con fiducia continueremo a collaborare con quanti sono ancora convinti che la cultura non sia uno dispendio inutile, ma una risorsa per questa comunità».

Salvatore Caruso

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