Comune di Palermo, le più importanti voci di Bilancio  Ombre (tante) e luci (poche) di una città che resiste

Qualche settimana fa abbiamo illustrato, per grandi linee, il Bilancio 2014 del Comune di Palermo. Avrebbe dovuto essere un Bilancio di previsione. Ma la crisi finanziaria che investe la Regione, le Amministrazioni provinciali (che ci sono ancora, anche se i via di smobilitazione-trasformazione) e quasi tutti i Comuni dell’Isola ha fatto slittare a novembre l’approvazione del più importante documento finanziario e amministrativo di una città.

Nel caso di Palermo bisogna dare atto al Sindaco, Leoluca Orlando, e al Consiglio comunale di avere tenuto in piedi una città che appena due anni fa rischiava di sbriciolarsi. Il primo cittadino e l’assemblea di Sala delle Lapidi hanno ereditato una città con una situazione finanziaria che definire disastrosa è poco. I buchi di Bilancio erano tanti. E altrettanti erano coloro i quali davano per scontato il dissesto finanziario. 

Invece, anche se a prezzo di grandi sacrifici, il Comune di Palermo è ancora in piedi. Facendo i salti mortali, certo. Con tante attività economiche che chiudono. Con la spesa sociale (anziani, minori, portatori di handicap, malati, eccetera) ridotta al lumicino. Con le attività culturali sostenute in modo drammaticamente insufficiente. Con le strade cittadini che sono ormai un letto di dolore. Con il dramma infinito dei senza casa: troppi e ancora senza risposte. Con le attività artigianali in parte boccheggianti. Con l’agricoltura periurbana, presente, ma priva di un progetto culturale prima che economico. Con troppi buchi neri nella gestione di alcune delle società collegate (dove si annidano ancora misteri e sprechi). Con una gestione approssimativa delle strade chiuse al traffico. Con una pressione fiscale che è tra le più alte d’Italia, soprattutto se commisurata al reddito di una città che racchiude in sé tutti i problemi e le contraddizioni di una Regione che a Bruxelles definiscono ad Obiettivo Convergenza, cioè con un reddito inferiore alla media europea. 

Non mancano i segnali positivi. Proprio in queste ultime settimane alcuni spazi verdi abbandonati da almeno un decennio sono stati ripuliti. E questo a Palermo è quasi una rivoluzione. Significa che, piano piano, sta rinascendo l’interesse e l’amore per le ville e i giardini. E quindi per le piante. Registriamo anche qualche timido passo in avanti per la valorizzazione di alcune aree del Centro storico. Forse se il tema dei parcheggi dalle parti di via Roma-Stazione Centrale fosse stato posto quindici anni fa, oggi il mercato storico della Vucciria non sarebbe in crisi. In ogni caso, meglio tardi che mai.      

Ora proveremo a illustrare alcune voci del Bilancio comunale 2014. Che più come preventivo valgono come consuntivo. Il valore complessivo del bilancio ammonta a 1 miliardo e 350 milioni di euro. Queste, per sommi capi, le voci più importanti: 

entrate tributarie per 372 milioni circa, entrate da trasferimenti statali o regionali per 380 milioni circa, entrate extratributarie per 58 milioni, entrate da trasferimenti di capitale per investimenti e alienazioni per 170 milioni, entrate da mutui e prestiti per 227 milioni, entrate per servizi che si rendono per conto terzi per 116 milioni (avanzo di amministrazione 2013 di 27 milioni circa). 

Le spese si distinguono in spese correnti (785 milioni), spese per investimenti (220 milioni), spese per rimborso di prestiti (228 milioni) e spese per servizi per conto terzi (116 milioni).

Tra le voci da segnalare per le entrate tributarie si osserva che, dal 2012 al 2014, si ha un aumento di 40 milioni di euro, mentre i trasferimenti si sono ridotti di 70 milioni. Mentre è aumentato l’indebitamento per una somma pari a circa 100 milioni per accensione di mutui e prestiti. 

Con riferimento alle spese, aumentano quelle correnti di circa 80 milioni, quelle per investimenti di circa 60 milioni. Nel primo caso l’aumento è dettato, per lo più, dal pagamento delle retribuzioni. Il secondo dato è positivo, perché significa che, bene o male, si torna a investire. 

Tra le entrate tributarie le voci più rilevanti sono rappresentate da Imu (118 milioni), Tasi (16 milioni) e Irpef (53 milioni). La tassa più rilevante è la Tari, pari a 135 milioni di euro. Quest’ultima è la tassa per la raccolta dei rifiuti, che rimane tra le più salate d’Italia. Il tutto per assicurare un servizio che resta confuso e approssimativo.  

Ben poco si recupera dall’occupazione di spazi pubblici (circa 4,5 milioni) e sulle pubbliche affissioni solo 60 mila euro. Questi due dati sono negativi e danno, contemporaneamente, la misura della crisi economica che investe la città e dalla poco efficiente utilizzazione, da parte dell’Amministrazione comunale, di queste due risorse. 

Dalla lettura del documento viene fuori che l’Amministrazione comunale conta di recuperare circa 20 milioni di euro dalla lotta all’evasione fiscale. Il dato ci sembra sovrastimato, per il semplice fatto che in una città dove la pressione fiscale, come già accennato, è già elevatissima, pressare ancora per ricavare altre entrate non sembra razionale. Inoltre viene introdotta l’imposta di soggiorno, stimata tra i 600 mila ed il milione di euro.

Con riferimento alle entrate, lo Stato trasferisce le risorse per gli Lsu (55 milioni) e per il personale Coime (27 milioni). Per la legge 285/97, relativa ai minori, trasferisce appena 4 milioni. 

I trasferimenti da parte della Regione (ammesso che arrivino) sono di circa 106 milioni. Dagli Organismi comunitari internazionali la città riceve 2,5 milioni per spese correnti (850 mila euro per ricerche per studi e progetti, 258 mila euro per attività produttive e artigianali, progetti vari 1,2 milioni). Su questo fronte la situazione dovrebbe migliorare, se è vero, come ci ha detto ieri il vice presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, che i Comuni siciliani si stanno preparando a utilizzare direttamente una quota dei fondi europei relativi alla Programmazione 2014-2020. 

Dai servizi pubblici a domanda individuale entrano 4 milioni (asili nido 500 mila euro, con una spesa di 3,4 milioni; impianti sportivi 550 mila euro, con una spesa di 3,8 milioni; mense 540 mila, con una spesa di 2,4 milioni; mercato ittico 280 mila, con una spesa di 400 mila; mercato ortofrutticolo 170 mila, con una spesa di 540 mila euro; musei e spazi espositivi 98 mila euro, con una spesa di 2,4 milioni; impianti cimiteriali quasi 2 milioni, con una spesa di quasi 4 milioni). Complessivamente vengono effettuate spese per 17 milioni. Nel quadro della spese dei servizi a domanda individuale, 11 milioni sono solo per il personale, mentre le prestazioni di servizio concreto costano solo 4,5 milioni.

Tra le entrate vi sono circa 23 milioni derivanti da sanzioni per infrazioni al Codice della strada (ma non è un po’ eccessivo?), di cui 14 milioni con vincolo di destinazione (polizia e viabilità) e 10 milioni con destinazione libera. 

Dai fitti attivi entrano circa 2,2 milioni, dalle occupazioni di spazi 1,4 milioni, dalle concessioni di spazi cimiteriali appena 270 mila euro. Tra i proventi diversi vanno segnalati quelli per il recupero di somme per lavori urgenti in materia di edilizia pericolante pari a 3 mila euro. Mentre dal rimborso spese per la copertura di affissioni abusive solo 15 mila euro. 

La compartecipazione per il ricovero anziani è pari a 240 mila euro. Un dato quasi irrisorio, che la dice lunga sulla spesa sociale che, come già ricordato, è ormai quasi assente. 

Dai pass dei cittadini si ricavano 330 mila euro. 

Le società partecipate,come già accennato, restano buchi neri. I cittadini palermitani, che – ribadiamo – pagano tasse comunali salatissime, sanno poco o nulla di queste società gestisce con criteri privatistici. Le uniche cose chiare è che non si registra alcun utile e non esistono previsioni di bilancio.

Sempre con riferimento alle entrate delle vendita di immobili, il Comune incassa appena 58 mila euro (praticamente la cessione di un terreno). Lo Stato e la Regione danno, o dovrebbero dare, all’Amministrazione, per investimenti, 140 milioni di euro circa. Dagli oneri di urbanizzazione derivano circa 10 milioni di euro. Dai privati il Comune incassa, in qualità di creditori, solo 60 mila euro.

Tra le principali voci di spesa ci sono quelle per il personale (che conta 8.400 dipendenti) per l’ammontare di 260 milioni, quelle per incarichi di collaborazione esterna (90 mila euro), contratti di servizio per Amg (10 milioni), Amat (8 milioni), Amap (88 milioni), Rap (134 milioni circa) e Sispi (11 milioni circa). 

Quasi irrisorio – e si vede – il sostegno alle attività culturali della città. Gli anni ’90 del secolo passato, quando Palermo era veramente una capitale della cultura europea, sono solo un pallido ricordo. Al Teatro Stabile Biondo della città viene erogato appena 1 milione e 750 mila euro. Idem per il Teatro Massimo. Giusto cercare le risorse dai privati. Ma su questo fronte si dovrebbe fare molto di più. Lo Stabile e il Teatro lirico, proprio per quello che hanno sempre rappresentato a Palermo, meritano molto di più. 

Poi ci sono le borse di studio erogate dal Comune (legge 62/2000) per 3 milioni. Quindi il buono socio-sanitario per 3 milioni, l’assistenza agli alunni disabili per 1,8 milioni, l’acquisto di libri per la scuola dell’obbligo per circa 3 milioni. E, ancora, l’integrazione all’affitto 250 mila euro e 1 milione per il contributo alloggiativo: cifre irrisorie in una città dove l’emergenza dei senza casa andrebbe affrontata con maggiore determinazione.   

Poi c’è la questione Gesip, la società comunale dove operano circa mille e 800 dipendenti. Nonostante i problemi il Comune non li ha abbandonati. In Bilancio ci sono 30 milioni di euro. E altri 4 milioni per la fuoriuscita di questo personale. 

Altre voci interessanti sono rappresentate da 500 mila euro per le adozioni, 150 mila euro per le attività agonistiche, 500 mila per un progetto di integrazione di cittadini dei Paesi terzi e 33 milioni di euro circa come fondo di solidarietà comunale (legge 228/2012). 

Non è stato risolto il problema dei debiti fuori bilancio. Per i prossimi tre anni, per questa voce, si prevede una spesa pari a circa 17 milioni di euro. Previsione ottimistica…

Giulio Ambrosetti

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