Ci sono voluti cinque mesi, quattro pareri dei revisori contabili, una delibera, una ulteriore indagine della Corte dei conti e una decina di affollate assemblee cittadine. Ieri sera, ad appena quattro giorni dalla scadenza del 30 novembre, il bilancio consuntivo 2011 è stato finalmente approvato dal Consiglio comunale di Catania, con quindici voti favorevoli, cinque contrari e sei astenuti. Fondamentale per il voto la presentazione di un parere finalmente positivo da parte dei revisori contabili comunali, il quarto dopo ben tre pareri negativi degli scorsi mesi. Un documento che accoglie positivamente il maxi-emendamento che certifica un disavanzo di 140 milioni di euro presentato dall’amministrazione il 13 novembre scorso, nel quale venivano stralciati dal bilancio centinaia di crediti ormai difficilmente esigibili da parte del Comune di Catania.
Il parere è stato firmato solo da due dei tre revisori, ovvero il presidente Natale Strano e il commercialista Massimiliano Lo Certo, ed è arrivato in extremis: il collegio dei revisori era in scadenza – dopo tre anni e una proroga già concessa di 45 giorni – proprio ieri sera. Il Consiglio, conclusa la delicata pratica del bilancio, ha provveduto all’elezione dei nuovi revisori contabili, riconfermando Strano e Lo Certo, ma non l’assente Calogero Cittadino, il cui posto all’interno dell’organo di controllo verrà preso dal ragioniere neoeletto Fabio Sciuto. Adesso, scongiurato il rischio dell’insediamento del commissario per il rendiconto 2011, e con l’elezione dei nuovi revisori contabili, l’amministrazione comunale potrà procedere con la presentazione del bilancio di previsione 2012, anche questo con scadenza 30 novembre. E sperare che la Corte dei conti accolga la richiesta di accesso alla dilazione quinquennale dei pagamenti per il riequilibrio di Bilancio.
Iniziata con oltre un’ora di ritardo, la seduta dell’assemblea cittadina è stata informata dal presidente Marco Consoli di nuove indagini della Procura della Repubblica relative al bilancio consuntivo 2011. Il sostituto procuratore Alessandra Chiavegatti avrebbe infatti convocato i revisori contabili per chiarimenti sull’atto presentato dall’amministrazione comunale che fino a quel momento aveva incassato i tre pareri sfavorevoli da parte dei revisori. Revisori che proprio a inizio seduta hanno consegnato il nuovo parere positivo relativo al rendiconto 2011, redatto a seguito di un altro documento, questo non vincolante, emesso dall’avvocatura comunale che ha dato il via libera alla possibilità di inserire nel bilancio di previsione 2012 il debito da 22 milioni di euro contratto con la Fasano costruzioni srl dall’amministrazione comunale nel 2011 a seguito della sentenza negativa in un contenzioso su due palazzi di edilizia popolare a Librino. Un parere fatto proprio anche dai revisori che nel proprio documento hanno ricopiato ampi stralci di quanto dichiarato dai legali del Comune.
La seduta è proseguita con i soli consiglieri Saro D’Agata (Pd), Francesco Montemagno e Puccio La Rosa (Intesa per Catania) che hanno dichiarato voto contrario alla delibera sul bilancio, mentre Manfredi Zammataro (La Destra) ha informato dell’astensione del proprio gruppo fino al voto, arrivato intorno alle 22.40 senza particolari sorprese. Più delicata la parte successiva, relativa alla nomina dei nuovi revisori contabili. «Senza revisori non si potrà fare nessun atto, compreso il bilancio di previsione 2012», spiegava ai consiglieri il vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi. Consiglieri che, da un orientamento iniziale di riconferma degli attuali incarichi, hanno poi diviso le preferenze in due gruppi. Il primo, con riferimento il capogruppo Pd Saro D’Agata, caldeggiava la rielezione di Cittadino. Il secondo, con riferimento al capogruppo di Famiglia lavoro e solidarietà Salvo Di Salvo ha portato invece alla elezione di Fabio Sciuto per un solo voto di vantaggio (sette voti a sei). Nessun dubbio invece per le riconferme del revisore contabile Strano (dieci voti) quale presidente, e di Massimiliano Lo Certo (sei voti) quale componente commercialista.
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