Comunali, Nadia Spallitta analizza numeri sconfitta «Vince centrodestra. Se Ismaele bluff il voto è nullo»

«Di fatto la città è stata riconsegnata al centrodestra. E i dati sull’astensionismo sono preoccupanti, ad essere escluse sono state soprattutto le donne». Non ha dubbi Nadia Spallitta, candidata per i Verdi alle ultime amministrative a Palermo. Un risultato che ha decretato una sconfitta dopo anni di militanza in consiglio comunale, un risultato che definisce «punitivo» se confrontato con il caso della ex iena, Ismaele La Vardera, finito al centro di una serie di polemiche per delle riprese rubate per realizzare un docufilm, al punta da far ritenere ad alcuni si potesse trattare di una candidatura bluff.

«Durante questa competizione ho apprezzato il suo comportamento di estrema correttezza nei miei confronti – prosegue Spallitta – capisco non possa essere facile a 23 anni confrontarsi con politici di peso come Orlando. Certo, trovo punitivo che i cittadini abbiano preferito a me che da dieci anni conosco bene la macchina comunale un ragazzo inesperto. Auspico che realizzi un documentario per se stesso, per documentare i paradossi della politica siciliana, ma se la sua candidatura è stata commissionata, per questo allora è a rischio la libertà democratica e le elezioni andrebbero invalidate. Si porrebbe infatti un problema di libertà democratica da tutelare. Se il suo elettorato passivo non è stato libero allora non lo è stato neanche quello attivo, pertanto a mio avviso le elezioni devono essere annullate, perché l’intero consenso cittadino è stato condizionato».

Poi la riflessione torna sui numeri in consiglio è sulla ripartizione dei seggi: «La coalizione voluta da Orlando ha riconsegnato la città al centrodestra. Su 24 consiglieri del sindaco, più di 15 provengono dal centrodestra e a questi si sommano i dieci di Ferrandelli e i cinque dei grillini che, di certo, non possiamo definire di sinistra. Ora il nuovo consiglio comunale ha un problema di carenza di rappresentatività dei valori di centrosinistra».

«Il Pd esce sconfitto da queste elezioni – prosegue – Orlando è stato eletto col 46 per cento del consenso, ma almeno il 30 per cento dobbiamo immaginare provenga dal centrodestra. Non è pensabile poi che venga eletto un sindaco espressione dal 20 per cento degli elettori per via del forte astensionismo. Un dato preoccupante che per me è legato all’incapacità di questa amministrazione di ingenerare fiducia, creando nuove sacche di scollamento col territorio».

Le soluzioni per il futuro? «Cambiare questa legge elettorale perché così il voto è controllabile – spiega – Dobbiamo centralizzare lo spoglio, fintanto che questo avverrà nello stesso luogo in cui i cittadini esercitano il voto, sarà rintracciabile e controllabile. Nel momento in cui le schede non sono più riferibili a una determinata sezione ci sarà maggiore libertà di voto».

Senza dimenticare la situazione del bilancio: «Mi preoccupa la gestione non oculata degli ultimi anni delle casse comunali, potrebbe determinare lo sforamento di almeno cinque dei parametri previsti a garanzia della stabilità finanziaria e in questo caso si avvierebbe il dissesto finanziario».
«La voce che mi preoccupa di più in questo senso – ha aggiunto – è quella che riguarda la spesa sul personale, con riferimento soprattutto a quello delle partecipate. Sono preoccupata per il bilancio comunale che verrà votato». Ma da oggi l’obiettivo diventa un altro: ripartire, guardando alle prossime regionali. «Da oggi il partito dei Verdi mi ha nominata responsabile cittadino, per questo, dopo le amministrative, guardiamo alle regionali – spiega Spallitta – Vogliamo avviare un percorso, da qui a novembre, e rivolgiamo un appello alla sinistra e ai partiti progressisti. Non possiamo correre il rischio di consegnare anche la regione al centrodestra».

Insieme a Carmelo Sardegna, portavoce regionale dei Verdi, spiega il senso del nuovo progetto: «Non trovo esportabile il cosiddetto ‘modello Orlando’ anche in sede regionale, e non è casuale che invece ad auspicarlo sia, ad esempio, Lentini. I nostri valori fanno riferimento a un’area progressista, non ci può essere pluralismo se non c’è adeguata rappresentatività. Non possiamo rischiare di consegnare anche la Regione al centrodestra e alle coalizioni portate avanti da Orlando».

Antonella Lombardi

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