Comunali a Gravina, le opinioni di Santi Porto «In continuità con il sindaco uscente? Falso»

Libera professionista, praticante avvocato, sposata, Santi Porto ha 40 anni. Non è esattamente una neofita della politica: il suo percorso, stabilmente nel solco del centrodestra, comincia nel 1998, quando viene eletta al Consiglio comunale di Gravina per Alleanza nazionale. Nel 2003 – ancora sotto le insegne del partito di Gianfranco Fini – si candida alle elezioni provinciali, emergendo come la prima dei non eletti nel suo collegio. Poi vengono altre candidature in Consiglio, con formazioni civiche agganciate allo schieramento conservatore. Fino alla rielezione nel 2013, nella lista del Pdl, a testimonianza di una certa prossimità politica con il gruppo dell’ex senatore Pino Firrarello. E proprio nel corso dell’ultima consiliatura è maturata la decisione di correre per la carica più prestigiosa – e più gravosa – dell’amministrazione comunale. Una corsa che – a sentire la diretta interessata – ha generato anche qualche equivoco. 

Lei, consigliera comunale uscente, ha sostenuto l’amministrazione guidata da Mimmo Rapisarda. Si sente su una linea di continuità politica rispetto all’attuale sindaco?
«Questa cosa va chiarita una volta per tutte. Io non sono la continuità di nessuno. L’amministrazione Rapisarda mi aveva proposto di fare l’assessora e io ho rifiutato, perché avevo in mente di costruire un progetto che fosse guidato da me, con nuove idee, nuova programmazione e anche una nuova squadra. Si tenga conto, per altro, che nella nostra coalizione ci sono davvero poche persone che escono da questo Consiglio comunale, la maggior parte di loro sono candidati nella coalizione avversa (quella che sostiene Massimiliano Giammusso, ndr). Quindi, di quale continuità stiamo parlando? E aggiungo: la mia proposta non si inserisce in un ambito di centrosinistra, è di natura puramente civica, come è dimostrato anche dalle designazioni assessoriali». 

Che giudizio ha sviluppato nel corso degli ultimi anni sull’amministrazione Rapisarda e sulle sue politiche?
«Secondo me la giunta Rapisarda ha fatto un grande errore: non comunicare, volontariamente, molte delle cose che sono state fatte. Lui, il sindaco, è una persona per bene, ma la sua gestione è passata un po’ in sordina, non ha fatto clamore. Forse non si è adeguata a questi tempi della politica, dominata dalla comunicazione e dai social network». 

Chiarita la sua collocazione nello scacchiere politico cittadino, veniamo ai temi di merito e al suo programma elettorale. A partire dal bilancio del Comune. In che stato di salute si trova, oggi?
«Gravina è un Comune virtuoso. Il bilancio ha i conti in ordine. Questa giunta ha dato la possibilità di mantenere l’ordinaria amministrazione in ottime condizioni. Non ci sono debiti. Gli stipendi ai dipendenti sono versati regolarmente e con puntualità. E va considerato – lo dico da consigliera – che questa amministrazione ha dovuto far fronte a debiti fuori bilancio che provenivano da molti anni addietro. Nonostante i tagli di Stato e Regione, il bilancio è in buona salute». 

Capitolo rifiuti. In campagna elettorale si è discusso molto della percentuale di raccolta differenziata, che a Gravina rimane piuttosto bassa, intorno al 26 per cento. Come si interviene su questo aspetto?
«È vero, la differenziata non è molto alta. Secondo me il problema dei rifiuti c’è, ma come in tutti i Comuni. Noi dobbiamo puntare in maniera massiccia sulla sensibilizzazione, a partire dalle scuole. Abbiamo un Comune molto vasto, così i cittadini di altre città li vengono a gettare la spazzatura da noi, nei quartieri più periferici. Bisogna partire dall’educazione alla differenziata».

Cosa prevede, invece, per quel che riguarda la fruizione dei parchi e, più in generale, degli spazi verdi della città?
«Prevediamo la riqualificazione dei parchi comunali e la chiusura notturna di quello principale, il parco Borsellino. È una struttura che è stata individuata come area di Protezione civile, così di notte rimane aperta. Io sono per chiuderlo nelle ore notturne, quando diventa un ricettacolo di illegalità. Peraltro bisogna farlo ritornare verde e preservarlo. All’interno c’è anche un anfiteatro bellissimo, che deve essere il punto della ripartenza culturale di Gravina, mentre in questi anni è stato messo in secondo piano». 

Marco Militello

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