«Con questo voto Catania volta pagina. Registriamo un successo al di là di ogni aspettativa: un catanese su due mi ha dato fiducia». Il discorso di Enzo Bianco a Casa Catania, sede del suo comitato elettorale, comincia tra gli applausi. Che si fanno più forti quando viene sottolineato il distacco di punti percentuali con il sindaco uscente Raffaele Stancanelli, netto sebbene ancora non ufficiale. «I catanesi hanno espresso un giudizio negativo sulla passata amministrazione», continua Bianco.
Secondo il già tre volte primo cittadino, il sindaco uscente gli consegna «una città umiliata, disordinata e triste». «In tutti i quartieri sono in testa», prosegue Bianco. E si lascia andare a una metafora a lui cara: «I cittadini vogliono vedere la città rifiorire». Di «rinascita» parla anche Rosario Crocetta, corso a Catania per festeggiare con il suo candidato. «Catania risorge afferma il governatore regionale Le grandi aree metropolitane dell’isola sono adesso del centrosinistra». Dopo Palermo, amministrata da Leoluca Orlando, e Catania con il successo di Enzo Bianco, tocca anche a Messina e Ragusa. Nella città dello Stretto, Federico Calabrò della grande coalizione che dal Partito democratico arriva all’Unione di centro supera il 50 per cento, staccando di gran misura Renato Accorinti del No Ponte. Non è da meno il capoluogo ibleo, in cui Giovanni Cosentini (Partito democratico, Il megafono, Unione di centro e liste civiche) andrà al ballottaggio con Federico Piccitto (Movimento 5 stelle).
«Alle elezioni comunali in Sicilia si è votato più che alle elezioni comunali nel resto d’Italia continua Crocetta Diciamolo con orgoglio». E a chi ha parlato di «test» per la sua leadership risponde: «Non era un test, era la città che voleva cambiare». Anche attraverso il partito da lui fondato, Il megafono: «È l’alleato naturale del Partito democratico, non vuole entrare in competizione con gli altri partiti del centrosinistra». Il presidente della Regione azzarda pure una lettura del flop del Movimento 5 stelle: «Non credo sia colpa degli esponenti regionali puntualizza Ma del percorso che è stato intrapreso nel nazionale: hanno bloccato il governo e la gente se n’è accorta».
Non si fa attendere la risposta del sindaco uscente, Raffaele Stancanelli: «Ho dimostrato in questi anni che sono il sindaco di tutti i catanesi e rimarrò al servizio della città». Riconosce la sconfitta, si assume le sue «responsabilità», ma lancia una frecciatina a Bianco: «Io non ho promesso nulla che non potessi mantenere, a differenza di altri». Stancanelli, che non si è candidato come consigliere comunale, pensa poi al futuro: «I cittadini si renderanno conto che sono stato un sindaco che ha fatto tanto, vedremo cosa faranno gli altri».
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