L’uomo che due notti fa ha dato fuoco agli uffici comunali di Comiso potrebbe risiedere in un’altra città. È questa, al momento, la principale pista seguita dagli investigatori che indagano sull’incendio che è divampato nei locali dell’ente intorno alle 5 della vigilia di Natale. A sostenere l’ipotesi, il mancato riconoscimento del volto del piromane che, nonostante la decisione della Procura di Ragusa di diffondere le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza, continua a rimanere senza nome.
«Ci siamo mossi sin da subito per risalire all’identità dell’uomo ma al momento nessuno sembra riconoscerlo. Ed è questo che ci fa pensare che il piromane sia giunto da fuori» trapela dagli ambienti della polizia. Una persona, dunque, di un altro Comune ma comunque legato in qualche modo agli uffici di Comiso. O per meglio dire, ai documenti custoditi al loro interno. A essere travolte dalle fiamme, infatti, sono state le stanze in cui erano conservate le notifiche per irreperibilità del destinatario, legate all’ex art. 140 del codice di procedure civile. Un mare magnum troppo vasto però per stabilire, almeno per il momento, quali fossero con esattezza le carte da distruggere.
E se ancora è presto per stabilire l’ammontare dei danni, su una cosa gli inquirenti sembrano essere certi: l’uomo conosceva gli uffici. Dalle immagini, infatti, si nota come, dopo essersi introdotto nei locali, il piromane raggiunga senza titubanze l‘interruttore della corrente elettrica. Lo stesso vale per le porte da aprire prima di appiccare il fuoco. Rimane dunque l’appello a chiunque possa fornire spunti utili di rivolgersi al 113 o agli uffici del commissariato di Comiso, telefonando al numero 0932749011.
A commentare l’accaduto è anche il sindaco del centro ragusano Filippo Spataro, secondo il quale dietro l’atto vandalico non ci sarebbero menti raffinate: «Altro non mi viene da pensare – dichiara il primo cittadino a MeridioNews -. Agire a volto parzialmente scoperto non è da professionisti. E non escludo che anche il mandante sia alquanto inesperto, perché se si pensa che nell’epoca del digitale basti bruciare un archivio per far sparire dei documenti si è totalmente fuori strada». Anche per Spataro la possibilità che il piromane sia arrivato da fuori è verosimile: «Non è un volto conosciuto», aggiunge. Sulla scelta della notte in cui colpire emerge, intanto, un particolare: l’antifurto era fuori uso, perché in manutenzione. «Non è una notizia che era stata diffusa – specifica il sindaco -. Aveva le chiavi? Sotto la mia amministrazione a possederle sarà una dozzina di dipendenti, ma duplicare una chiave è semplice».
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