Come d’autunno sugli alberi: docenti precari a Ragusa

E’ cosa nota che in questo periodo la nostra Facoltà, in termini economici, non se la stia passando proprio bene. I rapporti col Consorzio universitario non sono sempre idilliaci, le convenzioni rappresentano un nodo difficile da sciogliere e i fondi disponibili non sono sempre sufficienti a garantire la manutenzione delle attrezzature più elementari.

Di questo e non solo abbiamo parlato col prof. Luca Capponcelli, docente di Lingua e letteratura giapponese presso la nostra sede.

 

Quali erano e come sono cambiate le “condizioni di lavoro” dei professori a contratto negli ultimi anni a Ragusa?

Fino a qualche anno fa per tutti i docenti a contratto che venivano da fuori era previsto un rimborso spese per viaggio e pernottamento. Non si trattava di un rimborso totale ma garantiva comunque un aiuto considerevole.

Per cui un docente proveniente da Roma,Torino o Firenze e che anticipava di tasca propria, sapeva che, dopo pochi mesi, queste spese gli sarebbero state parzialmente rimborsate.

Da un paio d’anni pare che sia mancata la copertura finanziaria per questo aspetto pertanto molti docenti hanno rinunciato a presentare le cosiddette “pezze d’appoggio” perché la risposta è che non è più possibile ottenere i rimborsi e che questi non sono più previsti.

Per quanto riguarda il pernottamento, non conosco nei dettagli la situazione perché da qualche anno ho deciso di affittare una casa a Ragusa, ma mi risulta che esistano ancora delle convenzioni tra la Facoltà ed i Bed and Breakfast che permettono di ridurre le spese di alloggio.

 

Cosa comporta per un professore a contratto venire a lavorare a Ragusa a queste condizioni?

Un docente che viene da fuori, pagato non moltissimo per non dire poco, potrebbe sentirsi demotivato.

Motivazione a parte, anche volendo venire più spesso, non potrà permettersi sempre questo sforzo economico.

Non conosco bene tutti i casi ma so di colleghi che nonostante tutto vengono regolarmente usando parte della loro retribuzione per coprire le spese di viaggio e di pernottamento.

Quest’aspetto molto pragmatico non dev’essere scambiato per una pretesa dei docenti. E’ un fatto fondamentale nel senso che un docente non può venire a spese sue considerando i costi che un viaggio di questo tipo comporta: per esempio un biglietto aereo per Catania può costare anche più di 200 euro.

Infine, per riallacciarsi al discorso iniziale, un ambiente che ti costringe a pagarti di tasca tua il viaggio e il pernottamento ti fa pensare che forse non sei considerato molto importante e questo di certo non entusiasma chi si appresta a fare didattica in questa Facoltà, consapevole di coprire insegnamenti che invece sono fondamentali per una Facoltà di Lingue. Tutto questo incide sulla didattica perché, inutile dirlo, l’ideale sarebbe poter garantire una presenza dei docenti il più costante  possibile.

 

Quando sono cambiati “gli accordi” con la Facoltà sul rimborso alloggi e di chi è la responsabilità del mancato rispetto di questi ultimi?

L’inizio di questa fase così burrascosca risale a circa due anni fa. Dai vari consigli di area didattica e da quanto sarebbe scritto nella convenzione, è emerso che questa parte di copertura finanziaria dei viaggi e del pernottamento spetta al Consorzio Universitario di Ragusa. Mi pare di aver capito che il Consorzio non ha garantito la copertura finanziaria prevista nella convenzione con la Facoltà anche se ha un’opinione diversa in quanto questa, a loro dire, non era scritta in modo molto chiaro.

 

Quali prospettive ci sono per il futuro? La Facoltà sta cercando di ottenere dei finanziamenti?

Adesso abbiamo rinnovato il presidente del Consiglio di Area Didattica che, insieme al Preside ed altri docenti con competenze specifiche, sarà chiamato a gestire questa fase di transizione verso un rinnovamento degli accordi di convenzione tra la Facoltà ed il Consorzio. Per le prospettive future credo che sia vitale rivedere questa convenzione e garantire dei servizi fondamentali come il funzionamento della biblioteca Zipelli – è un fatto preoccupante che sia stata chiusa senza sapere quando riaprirà -, rispristinare il numero di docenti madrelingua giapponese, dato che dallo scorso mese di maggio siamo rimasti con un docente in meno, quindi con un vuoto che pesa sui docenti costretti a riempirlo, incluso il sottoscritto. E poi, si devono assolutamente evitare situazioni in cui un docente madrelingua arriva in Italia e viene a sapere che non c’è copertura per il suo contratto, come è accaduto per il corso di arabo. Cosa che irrita giustamente il malcapitato, genera confusione tra gli studenti e che mina la credibilità della Facoltà.

Oltre a questo non basta ripristinare la situazione com’era due o tre anni fa prima, che la sensazione di crescita venisse soppiantata dall’attuale senso generale di declino.

Adesso bisogna rilanciare questo progetto della Facoltà di Lingue a Ragusa e dunque consolidare il corpo docenti e valorizzare quelle persone che lavorano qui da tanti anni e, di conseguenza, consolidare l’offerta didattica: non si può reggere una facoltà sul lavoro di una percentuale alta di docenti a contratto, bisognerebbe “stabilizzare” o, come si dice da queste parti, “incardinare” altri docenti.

 

Questo è il motivo per cui non abbiamo una specialistica per Scienze della Mediazione Linguistica: manca il numero sufficiente dei docenti di ruolo.

Sicuramente c’è anche questo problema: non ci sono abbastanza docenti di ruolo. Il decreto Mussi, o legge 270, ci pone davanti a un bivio: o si sceglie di investire oppure…

Può essere uno stimolo positivo anche se credo che questo discorso si dilazionerà perché è poco realistico pensare che si soddisfino i requisiti richiesti da questa legge entro la scadenza del 2010.

In ogni caso si deve scommettere su questo: aumentare il numero dei docenti di ruolo e migliorare ulteriormente l’offerta didattica, l’aspetto più valido di questa facoltà.

Arabo e giapponese, tanto per fare un esempio e senza voler sembrare di parte: il giapponese in Sicilia si studia solo qui, in tutta l’Italia meridionale in altri centri come Cosenza o Lecce che organizzano diversi corsi, però è una lingua diffusa in poche altre università e tra le altre cose siamo riusciti a stabilire delle convenzioni con Università giapponesi che ci consentono di far studiare lì i nostri studenti per periodi più o meno prolungati. Insomma, stiamo facendo tutto quello che possiamo fare per offrire la migliore didattica possibile e mandare i nostri studenti all’estero, nonostante i limiti ambientali.

Per le altre lingue sono più che convinto che gli altri docenti siano di qualità eccellente, quindi bisogna solo organizzare meglio la didattica e soprattutto ampliarla. Per ottenere ciò, uno dei passaggi fondamentali è proprio aumentare i docenti di ruolo.

Una prova concreta del declino della nostra Facoltà? Una stampante rotta. E la facoltà non ha i soldi per fare manutenzione. E qualunque cosa si rompa, resta così sotto gli occhi allibiti dei docenti e degli studenti…

Michele Agresta

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