Partite decise a tavolino con il presunto coinvolgimento di giocatori, dirigenti e faccendieri dei club. Il calcio dilettantistico siciliano ha i riflettori addosso a causa degli esiti di un’inchiesta, sportiva e giudiziaria, della procura federale della Figc e di quella della Repubblica di Enna. Gli inquirenti hanno svelato un presunto giro di scommesse clandestine e alterazioni di risultati relative alle categorie inferiori.
Nell’occhio del ciclone, in particolare, ci sarebbe il Troina, con diverse gare finite sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori. Secondo quanto si legge nel fascicolo della procura federale, lungo 32 pagine, il club dell’ennese risulterebbe essere stato al centro di operazioni di alterazione di otto gare tra il 2019 e il 2020, tramite l’azione di alcuni suoi dirigenti, che in alcune occasioni fungevano da intermediari per mettere in contatto tra loro dirigenti di altri club per operazioni similari in gare che non vedevano coinvolta la compagine rossoblù. Centrale sarebbe stata la figura di Silvestro Dario Dell’Arte, poi sospeso dall’incarico. L’indagine della procura federale, inoltre, ha riguardato anche Acireale, Licata, Gela, Marsala e Alcamo.
Il club granata è citato per le sfide contro il Troina, del 22 settembre 2019, e con il San Tommaso, del 9 febbraio 2020. Nello specifico nella prima partita risulterebbe centrale la figura di Daniel Serenari, all’epoca portiere del Troina, che avrebbe commesso «atti volti ad alterare il risultato finale della gara, conclusasi sul 4-2 in favore dei granata, risultato sul quale lo stesso giocatore aveva scommesso, venendo meno al divieto fatto ai tesserati di scommettere su gare di competizioni in cui militano le squadre di appartenenza». L’estremo difensore avrebbe alterato il risultato con errori grossolani. L’espediente avrebbe fruttato al giocatore una somma di circa 2.900 euro, frutto della presunta scommessa da 50 euro effettuata in un’agenzia di Siracusa. Coinvolti come informati dei fatti ben nove tesserati del club troinese.
Altra gara che ha attirato l’attenzione della procura federale della Figc è stata quella tra San Tommaso ed Acireale. In questa, invece gli addebiti più evidenti sono indirizzati ad Agatino Chiavaro, direttore sportivo del club granata. Secondo quanto si legge nel fascicolo sarebbe stato proprio il dirigente acese, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali in merito, a proporre a tesserati del club rivale l’alterazione del risultato finale a loro favore, a fronte del presunto pagamento di denaro. Nella vicenda parecchie ombre si addensano su Giovanni Alì, imprenditore adranita, main sponsor del Troina all’epoca dei fatti contestati, figura ricoperta in questa stagione nell’Acireale, ritenuto, secondo gli inquirenti, a conoscenza del tentativo di alterazione della gara e accusato di omessa denuncia. Per quanto riguarda il Licata le partite inserite nell’elenco della procura federale sono quelle contro Corigliano e Alcamo, la prima svoltasi nel 2020 e l’altra a febbraio 2018. Alla fine del primo tempo di quest’ultimo match, secondo la ricostruzione dei documenti, ci sarebbe stato un faccia a faccia tra il presidente dell’Alcamo e il vice presidente del Licata Enrico Massimino, figlio di Turi e nipote di Angelo. Secondo la ricostruzione della procura federale i due avrebbero avvicinato l’allenatore dell’Alcamo Davide Boncore proponendogli di combinare l’incontro e mettendo sul piatto 15mila euro. Il mister si sarebbe rifiutato salvo poi lasciare l’incarico al termine della partita. Il tecnico però non avrebbe denunciato i fatti. Scenario identico a quando sedeva nella panchina del Troina.
Massimino, contattato da MeridioNews, replica: «Mi aspettavo già ora di essere archiviato. Sono dispiaciuto perché siamo totalmente estranei a qualsiasi tipo di ipotesi – spiega – Ma, al contempo, siamo fiduciosi nei confronti del lavoro della giustizia sportiva. Abbiamo richiesto gli atti, gli avvocati analizzeranno bene le espressioni dei singoli soggetti e saranno in grado sicuramente di dimostrare la totale estraneità. Chi di dovere avrà la possibilità di verificala».
Parallelamente, secondo quanto riferito nel pomeriggio dall’Ansa, la procura di Enna, tramite il magistrato Massimo Palmeri, ha chiesto il rinvio a giudizio per otto persone nell’ambito dell’inchiesta penale in merito a presunte scommesse clandestine relative a gare del girone I di Serie D delle scorse stagioni. Le indagini delle forze dell’ordine, affidate alla polizia e in cui si ipotizza il reato di frode sportiva, si sarebbero concentrate su Troina–Rotonda, Acireale–Troina, Corigliano–Troina e Troina–Marina di Ragusa. Per altre sei partite invece non ci sarebbero state condotte penalmente rilevanti ma soltanto presunti illeciti sportivi. Nel pomeriggio l’Acireale Calcio ha, intanto, diffuso una nota nella quale dichiara la propria totale estraneità ai fatti e aggiungendo, in merito ai propri tesserati coinvolti quanto segue: «La società è, altresì, certa che anche i dirigenti acesi che dovessero essere coinvolti saranno in grado di dimostrare la personale estraneità agli addebiti disciplinari». MeridioNews ha provato a ottenere una replica dal Troina ma per il momento l’ufficio stampa ha fatto sapere che la società non intende assumere nessuna posizione.
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