“Ustica è penalizzata in maniera pesante sul fronte dei collegamenti marittimi con la terraferma”. Fin qui è rimasta inascoltata la protesta della comunità isolana, portata avanti a gran voce dal sindaco Salvatore Militello. Le mail di posta certificata inviate a Ministero e Regione, ma anche le varie interlocuzioni avute e le interviste rilasciate, non hanno sortito l’effetto sperato. Nel mirino il nuovo assetto dei collegamenti con il servizio integrativo previsto dalla Regione (in alternativa a quello garantito dallo Stato). “Il fatto che da ottobre ci taglino un servizio essenziale -spiega il primo cittadino- sostituendolo con quello integrativo della Regione, rappresenta un serio problema. Si tratta infatti di una nave adibita principalmente al trasporto delle merci, che ha un garage aperto e non è stabilizzata. Tra l’altro, impiega quattro ore di navigazione per coprire la tratta; nel periodo invernale e col cattivo tempo, le ore potrebbero diventare anche cinque”. “Ciò è inaccettabile -continua Militello- perchè possiamo dire che Ustica è l’isola più lontana dalla terraferma. A differenza di Lampedusa e Pantelleria, che sono effettivamente le isole più lontane, la nostra isola non ha un aeroporto, per cui dipende in tutto e per tutto dai collegamenti marittimi. Dipendiamo solo ed esclusivamente dalla terraferma: dalla scuola alla sanità, passando per l’approvvigionamento di generi alimentari e materiale edile. Ho già informato la Prefettura e sentito l’assessore Falcone per sensibilizzarlo; dal 18 settembre ho anche inviato diverse mail al Dipartimento infrastrutture, ma senza esito. Adesso vogliamo che ci diano risposte”. Proprio questa sera è in programma una seduta di consiglio comunale che avrà all’ordine del giorno un unico punto, quello appunto legato all’emergenza collegamenti marittimi. Non è esclusa una presa di posizione forte dopo che di recente si è prospettata anche la possibilità di uno sciopero. “Sono convinto -conclude il sindaco- che il civico consesso dichiarerà compatto lo stato di agitazione per questo cambio di nave, visto che su certi argomenti importanti, quali trasporti e sanità, non c’è alcuna divisione politica e bisogna anzi stare uniti e coesi. Per il futuro deve trovarsi una soluzione. Fare sciopero non è sicuramente bello perchè si creano disagi a qualcuno. Noi non vogliamo crearne ma desideriamo trovare soluzioni ai problemi. Lo spirito con cui ci stiamo muovendo è proprio questo”.
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