Sarebbe giovedì la data ancora ufficiosa per l’incontro tra il sindaco di Catania Enzo Bianco, i vertici dell’Azienda metropolitana trasporti etnea e i sindacati. La riunione convocata dal primo cittadino arriva due mesi dopo un consiglio comunale straordinario sul presunto collasso della ditta. Una seduta molto partecipata dai politici locali che però non ha fermato le proteste del personale dell’azienda, indifferentemente polemico con la direzione e la presidenza della partecipata comunale. I lavoratori, infatti, prima sono andati in sciopero e poi hanno dovuto accettare a malincuore i sacrifici richiesti dall’Amt, pur di portare a casa lo stipendio. L’ultimo dei quali – quello relativo al mese di luglio – verrà versato il 10 agosto. E sul tavolo dell’incontro tra Amt e il suo socio unico di maggioranza – il Comune di Catania – come prima cosa ci sarà l’ordine di servizio numero 38, il pomo della discordia tra dirigenza e personale.
Il documento «interviene sul monte degli straordinari, scorporando da quelle ore fatte in più gli eventuali permessi richiesti per malattia, lutto o per accudire un familiare disabile», precisa il referente della sigla Fast-Confsal Giovanni Lo Schiavo. Il sindacalista sarà presente all’incontro insieme al collega di Faisa-Confsal Aldo Moschella. Quest’ultimo si considera «soddisfatto che le forze sociali siano riuscite a ottenere un importante appuntamento con l’amministrazione comunale». A Bianco verrà chiesto «di rispettare le promesse che ci ha fatto tre anni fa in occasione della campagna elettorale: il rilancio dell’azienda». Le due segreterie sindacali provinciali hanno da poco presentato un esposto alla procura di Catania per denunciare i disservizi dell’Amt. Tra i punti posti all’attenzione dei magistrati ci sono la soppressione di diverse linee e la mancanza di vetture efficienti.
Un nodo, quest’ultimo, al quale la ditta avrebbe provveduto a mettere una pezza. «Sappiamo che ha acquistato quattro autobus di seconda mano ma dotati di climatizzatore, a differenza della maggior parte di quelli su cui si lavora», confida Moschella. «È un piccolo passo avanti, che si aggiunge alla convocazione del un tavolo tecnico», prosegue il sindacalista. Per lui, tra gli argomenti da affrontare c’è sicuramente il debito di circa 30 milioni di euro che ha il Comune nei confronti dell’Amt, l’assenza di un piano industriale e i ritardi nei pagamenti degli stipendi. «Finalmente Bianco batte un colpo, non si può assistere inermi a un lento smantellamento del servizio pubblico», comunicano tramite una nota congiunta pure i segretari di Uil e Ugl trasporti Franco Di Guardo e Giuseppe Scannella. E non sembrerebbe remota, secondo alcune fonti, la possibilità che i sindacati chiedano le dimissioni dei vertici della ditta.
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