Coldiretti, in 10mila a Palermo contro governo Musumeci «I giovani agricoltori aspettano ancora notizie sui bandi»

Un’onda gialla che ha percorso Palermo, composta da diecimila persone. È la manifestazione organizzata da Coldiretti che ha avuto nel mirino soprattutto il governo Musumeci. Da Piazza Politeama fino a piazza Indipendenza tanti gli agricoltori, i giovani, le donne, i sindaci provenienti da ogni parte della Sicilia che hanno rivendicato attenzioni per un comparto, quello agricolo, che continua a essere in difficoltà nonostante le potenzialità

«Le ragioni della protesta sono tante – ha detto Margheria Scognamillo, di Coldiretti Donne Impresa -. Vogliamo rimettere al centro della politica regionale l’agricoltura, e al centro della politica agricola le donne. Perché possono dare un contributo veramente importante, come in realtà già fanno. Le ultime statistiche dimostrano che la crescita delle donne in agricoltura è evidente, le imprenditrici e titolari di aziende agricole sono aumentate esponenzialmente e ancora di più possono crescere se si dà loro ulteriore sostegno, per poter conciliare le esigenze familiari con quelle lavorative. Aspettiamo un’estate importante e i consorzi di bonifica, come tutto il sistema che riguarda la gestione delle acque, è commissariato: anche questo non può più essere tollerato. Non ultimo il Psr (Programma di Sviluppo Rurale) che è veramente minimale, a un anno e mezzo dalla scadenza». 

Un corteo rumoroso e partecipato quello che ha attraversato le strade principali della città per reclamare diritti, come il rifacimento delle strade rurali, gli incendi da affrontare non più come emergenza, la lentezza della burocrazia e la distanza delle istituzioni. «In noi c’è rabbia ma anche voglia di riscatto e di un futuro migliore – ha affermato Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti -. La Sicilia non può che partire dall’agricoltura e dall’allevamento. In questo momento alla Regione gli agricoltori non hanno un interlocutore. Stiamo ancora aspettando fondi per 600 milioni di euro: se a questo aggiungiamo l’acqua che non c’è, i controlli sulle importazioni che mancano, davvero i nostri agricoltori sono in ginocchio. La giunta Musumeci è in carica da otto mesi, ci attendiamo segnali forti di cambiamento. Oggi – prosegue Moncalvo – abbiamo circa cinquemila giovani che hanno fatto domanda di insediamento in agricoltura e ancora, a un anno dai bandi, non si sa nulla. Non ci sono graduatorie né istruttorie, nulla». 

Ma qual è attualmente la condizione del comparto agricolo? «L’agricoltura siciliana è realizzata da decine di migliaia di imprenditori che stanno investendo, nonostante siamo invasi da prodotti importati che massacrano, con concorrenza sleale, le nostre produzioni. I nostri agricoltori stanno investendo sul biologico e sulla conversione al biologico, ma dal 2015 non vengono pagati. È una situazione insostenibile. La macchina regionale deve aiutare lo sviluppo, non può fermarlo come ancora purtroppo sta avvenendo». Per il presidente regionale Francesco Ferreri la priorità restano i giovani. «Il nostro presente e il nostro futuro sono loro, e non avere la possibilità di accedere ai contributi che gli permetterebbero di avviare aziende innovative e start-up diventa un disastro. Così andiamo a perdere quelle che sono le nostre radici di biodiversità e di grande storia».

Al corteo presenti anche tanti sindaci del comprensorio: Comuni piccoli e grandi che fanno affidamento su un settore troppo spesso trascurato. «È normale che noi, come rappresentati del territorio, siamo dalla stessa parte del comparto agricolo, che versa in gravissime difficoltà – dice Vincenzo Giambrone, sindaco di Cammarata -. Per molti territori è però l’unica risorsa. È necessario che il governo regionale faccia sentire la propria voce. Noi abbiamo i migliori prodotti ma non li sappiamo difendere».

Andrea Turco

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