«Quello che fa più pensare è il fatto che la censura sia arrivata non per i riferimenti all’Isis, ma per un bacio e un rapporto omosessuale». A parlare è Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, cantante originario di Solarino che negli ultimi anni è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante sulla scena nazionale della musica indipendente. Un impegno che ha portato alla pubblicazione di tre album, ma anche alla realizzazione di videoclip mai banali. Ed è proprio intorno all’ultimo lavoro – legato al brano Maometto a Milano – che si è aperto un piccolo caso.
Tutto nasce nel momento in cui il video è stato caricato su Youtube. La piattaforma ha infatti deciso di consentire la visualizzazione delle riprese, che raccontano di un amore omosessuale, scoperto e represso, all’interno di una milizia che rimanda a Daesh, soltanto ai maggiorenni. «La scena non è esplicita né tantomeno volgare e quello che è successo dimostra come, specialmente nel nostro Paese, esistano ancora certi tabù», commenta a MeridioNews Colapesce. Davanti alla possibilità che l’intervento parzialmente censorio potrebbe stimolare la curiosità del pubblico e attirare così più visualizzazioni, il 34enne chiosa: «I miei lavori non nascono dalla voglia di ottenere facili consensi, altrimenti le strade per riuscirci sarebbero altre – sottolinea -. Da parte mia ho sempre fatto tutto con spirito artistico, il mio interesse semmai è quello di stimolare riflessioni e, in questo senso, spero di riuscirci anche questa volta».
A parlare è anche Zavvo Nicolosi, componente del collettivo artistico catanese Ground’s Oranges, che ha girato il video tra la piana di Catania e Centuripe. «Gli attori e le comparse sono siciliani di prima o seconda generazione – racconta -. Le riprese sono durate due giorni, in una location che ricorda quella mediorientale. Al centro della storia c’è una relazione impossibile che richiama in un certo senso quella di Romeo e Giulietta, seppure calata in un altro contesto». Anche per Nicolosi, che sottolinea come il video si ispiri a fatti realmente accaduti, la scoperta della motivazione all’origine della censura desta perplessità: «È evidente che desta più preoccupazione un bacio rispetto alle armi e alla violenza», conclude il regista.
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