«Ci riprenderemo il Colapesce». Uno slogan scandito metro dopo metro durante tutta la manifestazione di questo pomeriggio. Organizzata dopo lo sgombero, effettuato da polizia e Digos lo scorso 4 giugno, del centro sociale che prendeva il nome da una leggenda della tradizione siciliana. Una realtà di aggregazione dal basso nata a gennaio 2018 dopo l’occupazione della struttura al civico 10 di via Cristoforo Colombo, a due passi dal tradizionale mercato della pescheria nel quartiere Angeli custodi.
La concertazione dei manifestanti è cominciata intorno alle 17 davanti alla villa Vincenzo Bellini, con il via alle 18 in punto proprio in direzione pescheria. Ad aprire il corteo, sorvegliato costantemente da agenti in tenuta antisommossa e Digos, uno striscione rosso con una scritta bianca: «Riprendiamoci il Colapesce». Insieme agli organizzatori tante realtà locali. Dai Cobas ai militanti di Potere al Popolo, con qualcuno arrivato pure dalla Calabria. In mezzo le bandiere No Mous e quelle Red Militant. In coda lo striscione degli indipendentisti di Antudo.
Dietro lo sgombero, come emerso dal primo momento, l’iniziativa della società proprietaria Unicredit leasing, società del gruppo bancario Unicredit tra i leader in Italia nella locazione finanziaria. Prima dell’occupazione, con la creazione dello spazio sociale, lo stabile era rimasto abbandonato per circa dieci anni. L’ultima presenza umana era stata infatti quello della catena Hard Rock Caffè, aperto nel 2004 e con la società che lo aveva in gestione dichiarata fallita nel 2010.«Banche e privati invece di mettersi al servizio dei cittadini hanno deciso di sgomberare l’unico spazio popolare che ha dimostrato come si può fare aggregazione in un quartiere popolare», spiega a MeridioNews Antonella.
Dentro il centro sociale Colapesce nei mesi si sono alternate diverse attività. Compreso un doposcuola sociale molto apprezzato dagli abitanti del quartiere. In mezzo ai cori di oggi pomeriggio è finito pure l’assessore all’Ambiente Fabio Cantarella. L’esponente della Lega di Matteo Salvini, attraverso un’intervista concessa al sito l’Urlo, aveva messo in correlazione lo sgombero del centro sociale con le recenti misure legate al decreto sicurezza volute proprio dal ministro dell’Interno Salvini.
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