Uno spettacolo divulgativo su programmazione informatica e pensiero computazionale (cioè la capacità di risolvere problemi seguendo processi mentali precisi) che avrà come relatore il professore Alessandro Bogliolo dall’università di Urbino, uno dei massimi esperti di didattica del coding immersivo: questa l’idea alla base di Coding in your classroom live, un’iniziativa organizzata dall’associazione Palestra per la mente e rivolta agli studenti di scuole elementari e medie e ai loro insegnanti che il prossimo 28 marzo, al teatro Metropolitan di Catania, coinvolgerà 27 scuole della provincia etnea, 1500 studenti e 150 insegnanti. Una sorta di esercitazione pratica di sviluppo software che verrà proiettata sullo schermo e mostrata ai giovani alunni per mostrare loro le potenzialità degli strumenti digitali.
Alessio Vasta, presidente dell’associazione, racconta come questo tipo di evento faccia parte di un ambizioso progetto del team etneo di CoderDojo iniziato alcuni anni fa: «L’attività di Palestra per la mente sta andando molto bene, cresce di pari passo con la grande attenzione di insegnanti e dirigenti scolastici per il pensiero computazionale. CoderDojo è un’iniziativa che mira a diffondere la conoscenza del pensiero computazionale e che ha fatto da cassa di risonanza per un gruppo di volontari dell’associazione e insegnanti innovatori che si ritrovano ogni mese per confrontarsi e portare avanti un tipo di didattica innovativa. Grazie a questo grande lavoro, Palestra per la mente ha sviluppato diversi corsi in dodici scuole catanesi, legati ad attività extracurriculari pomeridiane come lezioni integrative per gli alunni; al tempo stesso affianchiamo venti scuole sulla progettazione didattica, per la partecipazione a bandi legati al piano Scuola digitale».
Quanto all’evento di martedì 28, spiega: «Per la seconda volta, dopo i buoni risultati dello scorso anno, forniamo supporto organizzativo al professore Bogliolo: lui è la punta di diamante della didattica innovativa per le scuole elementari e medie, perché con l’università di Urbino ha creato un corso universitario online seguito da moltissimi insegnanti. Dopo un primo momento di confronto con tra il professore Bogliolo e i dirigenti scolastici, gli animatori digitali e i docenti del team innovazione, inizierà un vero e proprio spettacolo di coding immersivo, una modalità inventata da Bogliolo per fare una divulgazione a più ampio spettro possibile di queste modalità di didattica. Lo spettacolo consiste nello svolgimento di esercizi di programmazione, utilizzando linguaggi di programmazione a blocchi». Cioè un metodo tramite il quale vengono spostati degli oggetti sullo schermo di un computer (o di un tablet) per fare compiere al software delle azioni semplici. «Quello che usiamo noi a CoderDojo si chiama Scratch, oppure c’è Blockly – continua Vasta – Non è una lezione in senso stretto ma piuttosto una dimostrazione per gli studenti che si approcciano per la prima volta a questo tipo di tematiche».
È poi il professore Alessandro Bogliolo a spiegare a MeridioNews l’importanza del pensiero computazionale, ossia il processo mentale per la risoluzione di problemi basato su specifiche modalità mutuate dal mondo dell’informatica, ma utile come impostazione mentale per i più giovani applicabile a svariati ambiti: «Il pensiero computazionale e la programmazione sono nati in relazione ai calcolatori, ma il loro esercizio stimola proprio la capacità di attivare procedimenti mentali che portino alla soluzione di problemi e che siano costruttivi e rigorosi, e che si prestino quindi a essere poi replicati o comunicati ad altri o ancora applicati in condizioni più generali. Quindi l’idea è proprio quella di consentire a tutti, fin da bambini, di avere un’esperienza di programmazione grazie al fatto che esistono oggi degli strumenti ludici molto intuitivi per poter sviluppare questa capacità mentale che poi si applica a tutte le discipline».
Secondo Bogliolo, il connubio tra coding e pedagogia è una novità che merita di essere approfondita e studiata scientificamente: «Sto sollecitando i miei colleghi che si occupano di pedagogia, di psicologia, di scienze cognitive e neurofisiologia a studiare ciascuno con le proprie competenze e dal proprio punto di vista questo fenomeno e i suoi effetti nel lungo periodo. Anche se siamo ancora in una fase preliminare, che rappresenta la ventata d’aria fresca per le scuole e che credo sia un bene a prescindere: il tipo di complicità che si crea tra insegnanti e alunni e l’entusiasmo che i ragazzi manifestano nei confronti del pensiero computazionale e del coding sono già dei valori aggiunti e dei risultati importantissimi».
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