Come si clona un’automobile? Basta rubarla e poi falsificare targhe e documenti. Il sistema ingegnoso sarebbe stato attuato da Salvuccio Schinocca (classe 1977, nato a Catania ma residente a Pedara), ex titolare di una rivendita di macchine usate. Per smascherare il sistema ci sono voluti mesi di lavoro da Nord a Sud Italia, a partire dal secondo semestre del 2018, visto che proprio nella geografia starebbe uno degli elementi di forza del meccanismo.
Funzionava più o meno così: le automobili (nove quelle scoperte: quattro Fiat 500X, due Range Rover Evoque, un Range Rover Discovery Sport, una Jeep Renegade, una Nissan Qashqai) venivano rubate in Campania. Una volta in mano dei ladri, nel telaio venivano impressi i numeri di altri mezzi simili, che però circolavano nell’Italia settentrionale. A questo punto, bisognava recuperare la documentazione: carte di circolazione e certificati di proprietà venivano rubati in bianco e poi opportunamente compilati. Così che Schinocca ne risultasse il proprietario.
A questo punto, bisognava sostituire le targhe. Tramite canali illeciti tutt’ora in fase di accertamento, il catanese riusciva a trovare targhe insospettabili, ma che costituivano veri e propri duplicati di quelle applicate al veicolo originale. Che però si trovava spesso a migliaia di chilometri di distanza. Le targhe erano talmente simili a quelle originali che è stato difficile anche per gli investigatori comprenderne la contraffazione: c’erano, per esempio, lettere di caratteri diversi dalle originali oppure interspaziature che differivano di pochi decimi di millimetro rispetto alle targhe vere. Perfino i documenti erano quasi perfetti: contenevano contraffazioni minime (F che diventavano E, 3 che si trasformavano in 8) che consentivano il superamento dei controlli, nonostante fossero stati rubati.
Schinocca, poi, si sarebbe occupato di rivendere le auto-clone a prezzi straordinariamente convenienti. Gli ignari acquirenti pensavano di avere fatto un affare, mentre lui avrebbe incassato circa 200mila euro. L’imprevisto, però, era dietro l’angolo: quando il proprietario del veicolo originale, quello di cui veniva clonata la targa, provava a vendere la sua macchina, non poteva farlo perché non ne risultava più proprietario. È dalle segnalazioni di questi cittadini del Nord che sono partite le indagini.
Tutti i casi di compravendita avevano un fattore in comune: Schinocca o persone a lui vicine. Nei confronti dell’uomo, adesso, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di ricettazione, riciclaggio, falso e truffa. Chi aveva comprato le automobili da lui, nel frattempo, lo ha querelato per truffa. Perché le nove automobili sono state restituite ai legittimi proprietari e tolte, quindi, a chi le aveva acquistate di seconda mano a prezzi stracciati pensando di avere colto un’occasione.
«Altarello di Riposto, un disastro. Vedere piangere i miei genitori perché tutto ciò che si…
Fede, devozione, tradizione, luce e speranza. Belpasso si prepara a riabbracciare la sua Santa Patrona…
Si è concluso con una condanna a sette mesi di reclusione (pena sospesa) il processo…
Parere positivo con integrazioni, nella serata di ieri, sul progetto per la costruzione del ponte sullo…
«Abbiamo deciso di non presentare ricorso in appello contro la sentenza che ha disposto l'assoluzione…
Sono state le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giovanni La Rosa a fornire i dettagli…