CLASSIC: Are You Experienced? – Jimi Hendrix

The Jimi Hendrix Eperience

ARE YOU EXPERIENCED?

(1967, MCA)

Padre afroamericano, madre di ceppo indiano cheyenne, Jimi James poi definitivamente Jimi Hendrix è da subito un vagabondo. Scappa dalla casa di Seattle appena sedicenne e comincia col rock‘n’roll. La chitarra dietro le spalle e magari un fagotto per alimentare le nostre fantasie sessantine fanno da colore ad una delle storie più affascinanti dell’antologia del rock. Nel suo errare, i suoi riccioli gonfi e neri arriveranno in luoghi mai visti, piccoli club, minuscole cittadine, lande disperse. Fino ad arrivare alla grande mela New York, nel Greenwich Village, al “Cafè Wha?” di McDougal Street, dove Chad Chandler, ex bassista degli Animals, non riusciva a credere alle sue orecchie di fronte a quel ragazzino nero con voce pulita, dita enormi, mancino, che torturava una chitarra per destri. E fu così che lo rapì letteralmente per portarlo in Europa.

Ai tempi Jimi aveva già suonato pezzi come “Hey Joe”, “Purple Haze”, “The wind cries Mary” e aveva già portato certo “tocco” psichedelico nel blues dei padri neri. A Londra Chandler, così, non deve far altro che collocarlo nei giusti canali. Lo presenta al bassista Noel Redding e al batterista Mitch Mitchell e farà da manager improvvisato a quello che diventerà il trio degli Experience. Comincia così la leggenda del maggior chitarrista che il rock ricordi. Hendrix fu il padre della chitarra moderna. Pioniere dell’approccio selvaggio, maniacale, morboso con lo strumento suonato coi denti, col corpo. Il conturbante rapporto sessuale che Jimi aveva con la sua Fender Stratocaster lasciò in bambola chi lo vide on stage nella “swinging London” della fine degli anni ’60.

D’altronde dopo l’uscita del primo lp Are You Experienced? del 1967 sarà lo storico incendio del Festival di Monterey a far capire al mondo che una nuova icona era pronta ad essere lasciata alla storia. In quella occasione, infatti, il venticinquenne Hendrix, di fronte agli sguardi attoniti di rocker eccellenti come Brian Jones (Rolling Stones), Eric Clapton e Pete Townshend, fece della sua chitarra, dopo averla sfasciata per benino, un rogo che i fotografi non si fecero sfuggire. Dunque Jimi con “Are You Experienced?” si presenta abbondantemente rodato. La band lo completava alla perfezione e l’Inghilterra era pronta ad esaltare il suo “blues cattivo” ed ibridato. Canzoni crudeli, tagliate in due dai fendenti della Fender bianca, e martellati dal talento batteristico di Mitchell.

La velocità espressiva infuocherà con Fire, la sensualità brucerà con il blues elettrico Red House, il caos esistenziale si farà brutale nella maniacale Manic Depression. Jimi con le sue fascette colorate, i suoi gilet pastello ed i suoi pantaloni multicolori sarà il simbolo della società che si ribella agli schemi grigi del dopoguerra. Il movimento hippie che, con l’anno successivo, il ’68, esploderà definitivamente, vedeva in lui un’icona possibile. Così vagabondo, così fuori dagli schemi, così esploratore di sostanze tossiche. Anche Hendrix, infatti, proverà l’LSD e sarà inghiottito a lungo tra i viaggi acidi della dietilamide. “Are You Experienced?” è un laboratorio generazionale. Jimi utilizza la chitarra come cavia per i suoi esperimenti da stregone: accordi a metà, cambi di passi, distorsioni al limite, wha wha scricchiolante, serpentine pericolose e rastrellanti. Ma soprattutto è un disco che sfonda porte, che si fa rivoluzione, che frantuma vetri, mastica ferro, scava tunnel, e che è il concetto stesso di rock visto come società che cambia e che es(impl)ode nel passaggio tra una Storia ed un’Altra.

 

Riccardo Marra

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