La provincia di Palermo non esiste più, inizia ufficialmente l’era dell’area metropolitana. C’erano tutti i sindaci dell’ex ente alla cerimonia di insediamento di Leoluca Orlando come sindaco della città metropolitana di Palermo. Uno stuolo di fasce tricolore che hanno partecipato al giorno uno della nuova esperienza che fa seguito alla riforma delle province varata dalla Regione. «La comunità metropolitana di Palermo non nasce oggi. Oggi però è diventata una realtà istituzionale» ha esordito il neo sindaco metropolitano, il primo a insediarsi tra i tre capi area – domani sarà il turno di Enzo Bianco a Catania e venerdì quello di Renato Accorinti a Messina -. «Questa non è la Provincia – continua – se così dovesse essere ci troveremmo di fronte a un fallimento. Deve trattarsi di un cambiamento culturale».
Orlando ha anche ringraziato i sindaci presenti: «Noi facciamo la differenza. Il vedere tante fasce tricolore è la conferma che la svolta è possibile, perché siamo noi che abbiamo i rapporti fisici quotidiani con la gente. La regione senza i sindaci unn’avi unni iri!». Scuola e strade saranno in cima all’agenda del nuovo ente, che inizierà a prendere forma lunedì 27 giugno, quando si terrà la prima convocazione dell’Assemblea metropolitana dei sindaci per l’insediamento vero e proprio. In seguito saranno nominati i 18 consiglieri metropolitani scelti tra i membri dell’assemblea. A loro il sindaco potrà anche assegnare delle deleghe specifiche. «È una giornata storica – commenta il presidente dell’Assemblea regionale, giovanni Ardizzone – Abbiamo anticipato un passaggio fondamentale per la storia del Paese e vogliamo tracciare la strada in questo momento di cambiamento. Fantasia e coraggio non ci mancano».
Ma è stata anche la giornata di Rosario Crocetta, che su questa riforma ha puntato tutto fin dalla campagna elettorale e che oggi ha avuto modo di togliersi qualche sasso dalla scarpa. «la questione dell’ abolizione delle province è stato un tema che abbiamo dovuto dibattere con fatica per tre anni. Veniva visto come uno smantellamento tout court del sistema, un attacco allo Stato sociale. L’idea su cui fa leva è quella che riconosce come protagonisti del rapporto con il territorio i sindaci. I primi cittadini non devono avere passaggi intermedi per relazionarsi con la Regione e con lo Stato». Parole concilianti quelle del governatore «La Regione che io immagino è un’istituzione che gestisce di meno. Dobbiamo essere l’anello di congiunzione delle istanze delle amministrazioni locali. Non abbiamo bisogno di uno scontro tra Comuni e città metropolitana, tra città metropolitana e Regione, tra Regione e Stato».
Il testimone a Leoluca Orlando è giunto direttamente dal commissario uscente della Provincia, Manlio Munafò, che rimarrà tuttavia a Palazzo Comitini in qualità di commissario in vece del consiglio, che ancora è da eleggere. «Siamo di fronte a un cambiamento che modifica radicalmente il sistema delle autonomie locale – dice – Inizia oggi la nuova vita della città di Palermo e della provincia. I sindaci saranno cogestori dell’area vasta. Gli impegni sono stati tanti e pressanti. Consegno al sindaco Orlando un ente stabile, che patisce sì i tagli subiti negli ultimi anni, ma che ha affrontato le difficoltà con grande spirito di abnegazione, tagliando e razionalizzando dove possibile, pur senza toccare i servizi fondamentali per il territorio».
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