Cinque falsi non vedenti scoperti a Catania Unione ciechi: «Non sempre sono truffatori»

Chi giocava a calcio balilla, chi andava in giro per la città salendo e scendendo agevolmente scale, chi si spostava in motorino con estrema disinvoltura. Vite normali di cinque persone tra i 30 e i 47 anni. Peccato che fossero cittadini dichiarati ciechi e che per la loro disabilità percepivano assegni di invalidità e di accompagnamento. Sono stati scoperti e filmati dalla Guardia di finanza di Catania, che ha calcolato un danno alle casse dell’Inps per quasi mezzo milione di euro. «Tante volte, però, non si tratta di truffatori», precisa con decisione Antonino Gemmellaro, presidente della sezione catanese dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.

A G.M., di 47 anni (dichiarata cieca dal 1999), G.S., di 39 anni (dichiarato cieco dal
2009), P.E., di 36 anni (dichiarata cieca dal 2008), B.N., di 42 anni (dichiarato cieco dal 1991) e N.G., di 30 anni (dichiarato cieco parziale dal 2009) è stato contestato il reato di truffa. L’autorità giudiziaria ha disposto il blocco dei beni degli indagati per stabilire le modalità del risarcimento. Cinque gli immobili sequestrati assieme ai conti correnti nei quali venivano versati mensilmente gli assegni.

«Anche l’ipovedente può andare dal fruttivendolo. Non leggerà a distanza il prezzo, ma riconoscerà un melone da una pesca».spiega Gemmellaro. Quello delle malattie legate alla vista è un mondo totalmente a parte rispetto a molte altre disabilità. «Il cieco ventesimista – cosiddetto parziale – può andare in bicicletta. A suo rischio, ma può farlo». Ci sono giovani che giocano a calcetto, pur avendo una riduzione del campo visivo dovuta a malattie della retina. «Io stesso, cieco assoluto e presidente di una sezione della Uic, a volte sono stato accusato di fingere perché seguo il movimento delle persone che mi parlano attorno. E’ istintivo».

Il problema, oltre alla malafede di chi si dichiara falsamente cieco, è causato anche dal medico che attesta la disabilità. «Le pratiche curate da noi sono sicure: ci affidiamo a oculisti fidatissimi – spiega Gemmellaro – Chi presenta le istanze autonomamente può trovare medici compiacenti. Anche se da qualche tempo le commissioni non rischiano più; il vecchio sistema con la portata (la raccomandazione, ndr) è troppo pericoloso da attuare».

«Noi siamo i primi a denunciare i falsi ciechi – afferma il presidente della sezione – ma è capitato che persone accusate di truffa fossero realmente malate. E, dopo i controlli, nessuno racconta che in realtà si trattava di un errore».

[Foto di Anthony Ramos]

Carmen Valisano

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